
Una vecchia foto di Carlos Sánchez Ortíz De Salazar
Scarlino (Grosseto), 8 novembre 2015 - Scendo a comprare le sigarette e torno subito. Chissà se anche in Andalusia si usa la più banale delle scuse per non farsi vedere più. Nel 1996 Carlos aveva 26 anni: ha salutato i suoi genitori a Siviglia e poi è sparito nel nulla. Una giovane brillante, medico psichiatra, Carlos Sánchez Ortíz De Salazar era fuggito di casa dopo un periodo complicato. Uno dei tanti casi irrisolti che ogni settimana riempiono la scaletta di Chi l’ha visto?
Anni di ricerche inutili, dolore, rassegnazione e una domanda semplice ma insopportabile per un genitore: perché?
Nel 2010 è arrivata anche la dichiarazione di morte presunta emessa dalle autorità spagnole: la conferma in carta bollata che Carlos era morto, chissà come e chissà dove. E invece, incastrato dall’antica arte di trovar funghi e dalle nuove frontiere del web, lo psichiatra Carlos è improvvisamente riapparso 18 anni dopo a oltre 2100 chilometri di distanza da Siviglia, nella riserva naturale delle Bandite. È il promontorio di Scarlino coperto da un’impenetrabile foresta che protegge Cala Violina, spiaggia incantata della Maremma.
Due fungaioli si sono imbattuti in un vero accampamento con una tenda, suppellettili, taniche con resti di cibo e rifiuti. Il rifugio di un eremita. Sono tornati alcune ore dopo con il capo operaio del consorzio che gestisce la riserva e Carlos, che ora ha 45 anni, è uscito allo scoperto: «Sono qui dal 1997 ma visto che mi avete trovato me ne vado» ha detto con evidente accento spagnolo mostrando un vecchio passaporto. In questi anni si sarebbe cibato degli avanzi scovati nei cassonetti del maxi parcheggio che conduce, con un sentiero impervio, a Cala Violina. Qualcuno dice di averlo visto rovistare nella spazzatura, ma ha pensato a un clochard in transito, non a un eremita stanziale. Le sue generalità sono state girate ai carabinieri ma senza conseguenze: si tratta di un allontanamento volontario. Nulla può vietargli di voler abbandonare la vita sociale nella fitta boscaglia maremmana. Ora, nel luogo della sua lunga permanenza, sono rimaste solo le taniche e qualche telo abbandonato. Avrà trovato, come promesso, qualche altro angolo sperduto della macchia dove continuare a trascorrere la più estrema delle solitudini.
Non cercava di certo pubblicità, Carlos, ma la sua fuga mundi non poteva passare inosservata in un mondo iperconnesso. Gli articoli sulla vicenda, che risale a una decina di giorni fa, sono rimbalzati sui gruppi Facebook che si occupano di persone scomparse. I genitori del figlio ritrovato, Carlos di 68 anni e Assunta di 65, hanno capito che era proprio il loro Carlos quello scovato dai fungaioli grossetani. Sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino dalla Spagna e si stanno organizzarlo per rivederlo anche solo per un attimo, rispettando la sua volontà di starsene isolato. La sorella Olga da Siviglia ha inviato un tweet di ringraziamento all’associazione Penelope che si unirà alla ricerca: «Grazie di averci dato questa speranza che sta alleviando il dramma tremendo che stiamo vivendo», ha scritto. Complicato voler vivere da eremita ai tempi dei social network.