STEFANO BROGIONI
Cronaca

Prof e allieva, nessuna violenza. "Una relazione affettuosa: baci e carezze non estorti"

Cadono tutte le accuse contro l’insegnante di un liceo classico: il fatto non sussiste. La Procura aveva chiesto una condanna a 5 anni, sottolineando il suo ruolo di educatore

L’avvocato Gabriele Zanobini

L’avvocato Gabriele Zanobini

Firenze, 23 novembre 2023 – Trentuno anni di differenza fra il prof e l’allieva. L’avvocato Gabriele Zanobini prende a esempio il divario fra il presidente francese Macron e la moglie, la sua ex insegnante Brigitte, per dimostrare che l’amore non conosce età. E ha avuto ragione lui, perché il 53enne, insegnante del prestigioso liceo Michelangiolo di Firenze, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una sua ex studentessa minorenne.

I baci e le carezze fra i due - all’epoca 48 e 17 anni –, punti e virgole nel mezzo di un periodo lungo dal giugno 2019 all’estate del 2020 fatto di passeggiate sul monte Falterona o serate al teatro romano di Fiesole per condividere passioni comuni, non sono stati estorti dall’adulto, o ottenuti abusando della sua posizione di educatore. Ma semplicemente sono stati scambiati fra due persone consapevoli di quello che stavano facendo.

Ricostruzione assai distante dall’impostazione dell’accusa, che aveva chiesto una condanna a cinque e anni e mezzo dell’insegnante del “Miche“.

"Si è trattato di una relazione caratterizzata da interessi culturali comuni ed è diventata anche una relazione affettuosa, ma senza mai sfociare in violenza o atti sessuali", ha commentato l’avvocato Gabriele Zanobini, difensore dell’imputato, soddisfatto per l’esito del procedimento.

Va detto che è stato un processo abbastanza sui generis. La ragazza, riconosciuta persona offesa del reato contestato dal pm Beatrice Giunti, non si è mai costituita parte civile contro il suo ex insegnante. E non l’ha mai neanche denunciato. La sua deposizione in aula ha sostanzialmente confermato l’impostazione difensiva, cioè la frequentazione di comune accordo.

L’indagine, sfociata poi in un processo celebrato a porte chiuse, al quale l’ìmputato ha sempre partecipato, nacque da un episodio boccaccesco accaduto proprio al Michelangiolo. Nel gennaio del 2020 - poche settimane prima che il mondo si fermasse per la pandemia - fu un’altra studentessa del liceo a tappezzare le aule della scuola con dei cartelli che intendevano portare allo scoperto il flirt fra l’insegnante e l’allieva. Una mossa dettata probabilmente dalla gelosia, perché anche lei, in precedenza, aveva avuto un rapporto fuori dalla scuola con quel docente. Ma dopo quella ragazza l’aveva in qualche modo sostituita.

Ci sono state querele incrociate, procedimenti disciplinari (costati una sanzione al professore) ma alla fine l’unico processo che si è celebrato è quello che si è concluso ieri mattina. "Il fatto non sussiste", ha sentenziato un collegio di giudici composto da tre donne.