L'anniversario: 2 febbraio 1922, esce l'Ulisse di Joyce

Un’opera destinata a cambiare le sorti della letteratura contemporanea

L'Ulisse di Joyce

L'Ulisse di Joyce

Firenze, 2 febbraio 2023 - Il 2 febbraio del 1922 usciva a Parigi l'Ulisse di James Joyce, edito da Shakespeare And Company con la sua mitica copertina azzurra. Nello stesso giorno lo scrittore irlandese compiva 40 anni. L’autore lo concepì a Dublino, poi lo scrisse tra Trieste, Zurigo, Roma e Parigi, ma il travagliato percorso verso la pubblicazione di quello che poi diventerà un classico della letteratura del Novecento fu ulteriormente allungato da una serie di ragioni, tutte slegate dal valore indiscusso dell'opera: è la storia avventurosa del celebre Ulisse di James Joyce. Questo capolavoro andò ben oltre le aspettative del suo autore, e si è trovato ad affrontare un viaggio analogo a quello del celebre personaggio omerico. L'Ulisse infatti al momento della pubblicazione dovette superare non pochi ostacoli, dagli interventi della censura alla prudenza degli editori fino alle dispute sui diritti, fattori questi che inevitabilmente ne ritardarono la diffusione. E il libro faticò ad arrivare anche in Italia, ma è nel nostro Paese che avrà il maggior numero di traduzioni. ''Ulisse'' è la storia minuziosa di una sola giornata dell'ebreo irlandese Leopold Bloom e di Stephen Dedalus, del loro girovagare e dei loro incontri il 16 giugno 1904 (giorno che in Irlanda oramai si festeggia annualmente chiamandolo Bloomsday), narrati sull'eco del mitico viaggio dell'eroe dell'Odissea cui Joyce si riferisce ''per dare un senso e una forma all'immensa futilità e anarchia della storia contemporanea'', come ha scritto Eliot, e per descrivere il perdersi nell'esistenza quotidiana dell'uomo d'oggi. Il libro uscì nel clima generale di quegli anni improntato alla crisi dei valori e alla scoperta di nuove dimensioni umane e della ricerca: Freud e Jung avevano iniziato a pubblicare i propri testi una decina di anni prima e del 1915 è la teoria della relatività di Einstein; Schoenberg dava vita alla sua musica prima atonale e poi dodecafonica e Picasso creava la pittura cubista con Les demoiselles d'Avignon suscitando non meno scandalo di quanto farà poi Joyce col suo antinaturalistico narrare. Con uno stile che variava su tutti i registri, dal parodistico al dottrinale, lo scrittore inseguiva le divagazioni del pensiero, lasciando emergere un flusso anche disordinato di parole e creando il cosiddetto ''flusso di coscienza'' o ''monologo interiore''. L’Ulisse è un caposaldo della letteratura anche perché in quest’opera Joyce rivoluzionò il modo di concepire il tempo: a quello lineare e cronologico del romanzo ottocentesco, l’autore sostituì un tempo della coscienza. Secondo il quale il passato sedimenta nell’inconscio e quando riemerge si mescola al presente, in un continuo succedersi di pensieri e immagini che passano per la testa di Bloom e di Dedalus in un disordine liberatorio. La loro giornata è qualsiasi e ordinaria e proprio in questo è la sua forza esemplare, nella capacità di scavare nel quotidiano di una persona comune per indagare il senso dell'esistenza umana, come fa ogni grande artista, ogni grande scrittore. Nasce oggi Aldo Palazzeschi nato il 2 febbraio del 1885 a Firenze. Poeta e narratore, passato attraverso crepuscolarismo e futurismo, ha conservato una propria autonomia nell’uso dell’ironia e del grottesco, nel modo di trattare i temi della malinconia e della vita quotidiana. Ha scritto: “Chi sono? Sono forse un poeta? Io metto una lente dinanzi al mio core, per farlo vedere alla gente”.