Quel tragico 6 aprile 2009: il terremoto che sconvolse l’Aquila

Il sisma fece 309 vittime e provocò il ferimento di oltre 1.500 persone

Un Vigile del fuoco durante un controllo all’Aquila (foto Ansa)

Un Vigile del fuoco durante un controllo all’Aquila (foto Ansa)

Firenze, 6 aprile 2022 – Erano le 3:32 del 6 aprile 2009 quando la terra tremò violentemente e l’Aquila, con uno dei centri storici più grandi e pregiati d’Italia, fu colpita a morte. Il terribile sisma seminò distruzione e dolore e causando la morte di 309 persone. Furono oltre 1.500 i feriti e 80mila gli sfollati.

Ricordando quella notte terribile, l’ingegnere Sergio Basti, che all’epoca del terremoto era direttore centrale per l’emergenza dei vVigili del fuoco al Viminale, disse: “Mia moglie mi chiese cosa fosse quella nebbia. Le risposi: sono le polveri dei crolli, l’Aquila non c’è più. Appena scesi nel cortile di casa, a ridosso del centro storico dell’Aquila, mi girai e in un attimo capii”. Sergio Basti faceva la spola tra l’Aquila dove risiedeva con la famiglia, e Roma dove lavorava in un posto di comando nelle emergenze nazionali e internazionali. Avrebbe dovuto svegliarsi alle 6 di quel drammatico lunedì per partire alla volta della capitale, e invece in pochi istanti si ritrovò a vestire i panni di soccorritore.  “Subito dopo il sisma telefonai al Ministero per informare di quanto era appena successo. Conoscendo il territorio mi resi conto immediatamente delle dimensioni del fenomeno”.

A quel punto l’ingegner Basti iniziò una prima ricognizione del centro storico dell’Aquila, e le scene che gli si presentarono davanti, camminando tra le macerie dei palazzi crollati, erano da girone infernale: persone disperate che urlavano, altre in preda alla disperazione e al panico. Gente ferita, in pigiama, che si aggirava per le strade insanguinata. Passò poi alle frazioni, alle periferie, ai Comuni limitrofi. L’ingegner Basti mobilitò nell’immediato i Vigili del Fuoco di tutta l’Italia centrale, ma considerata l’estensione della catastrofe, la mobilitazione riguardò tutto il Paese. “E così in 48 ore arrivarono all’Aquila 1.500 mezzi e 2.500 uomini dei Vigili del Fuoco – ricordò Basti -. Scavammo a mani nude per giorni nella disperata ricerca di persone vive da salvare. Le vittime furono in totale 309, ma riuscimmo a estrarre 104 persone dalle macerie”.

 

Nasce oggi

 

Raffaello Sanzio nato il 6 aprile 1483 a Urbino. Pittore e  architetto, considerato uno dei maggiori artisti del Rinascimento, collaborò col Pinturicchio a Siena e col Perugino in Umbria. Importante fu anche il contatto con l’opera di Leonardo, conosciuto durante il soggiorno fiorentino. Trasferitosi a Roma conobbe Bramante e divenne uno degli artisti favoriti di Papa Giulio II. Qui sviluppò le sue qualità di ritrattista inventando il taglio della figura a tre quarti, creò nuovi tipi di pale d’altare e decorò alcune celebri stanze nei Palazzi Vaticani. All’ultima pala d’altare, la ‘Trasfigurazione’, affidò il suo testamento artistico.