Firenze. Strage di via dei Georgofili, la rivelazione: usato esplosivo militare

La Commissione parlamentare ipotizza presenze esterne a Cosa Nostra. Confermate dalla relazione finale le anticipazioni fornite da La Nazione

Firenze, 25 novembre 2022 - Una donna nella zona dell’esplosione e una carica aggiuntiva di tritolo diverso da quello della mafia. Georgofili, la nuova verità sulla strage del 1993, presentata ufficialmente ieri dalla commissione parlamentare d’inchiesta, prende sempre più corpo. Gli atti saranno trasmessi alla Procura di Firenze: ci saranno sviluppi giudiziari sui partecipanti esterni agli attentati che insanguinarono l’Italia? La bomba, caricata sul Fiorino parcheggiato sotto la torre dei Pulci, deflagrò alle 1.04 della notte tra il 26 e il 27 maggio. Cinque morti, tra cui la piccola Caterina Nencioni, di pochi mesi.

Le sentenze hanno stabilito chi furono gli esecutori materiali. Un’indagine ancora in corso indaga sui possibili mandanti. Ma ora c’è anche la pista degli esterni a Cosa Nostra, come anticipato dal nostro giornale lo scorso settembre. Tra gli esiti della valutazione degli elementi che vengono indicati, ci sono gli atti della documentazione relativa alla formazione dell’identikit "mai reso pubblico dagli inquirenti e dalla Procura di Firenze, raffigurante il volto di una giovane donna con i capelli a caschetto, secondo la testimonianza di Vincenzo Barreca presente al collocamento da parte di due ignoti di un pesante borsone in un Fiorino bianco, e ciò in epoca anteriore e prossima all’esplosione dell’autobomba in via dei Georgofili". Ma anche le dichiarazioni del teste oculare Andrea Borgioli, che "fanno considerare più che plausibile, altresì, l’ipotesi che alla guida del Fiorino, all’atto del suo collocamento in via dei Georgofili, possa essere stata persona diversa dall’imputato Cosimo Lo Nigro (contrariamento a quanto statuito nella sentenza della corte di assise di Firenze al primo processo per la strage, ndr )".

Restano rilevanti "le questioni di ordine quantitativo e qualitativo riferibili all’esplosivo impiegato": "quello ‘siciliano’, derivato dalla lavorazione del tritolo, ricavato da mine ripescate dal mare (che costituì una specie di ‘firma’ degli attentatori siciliani), non avrebbe prodotto le conseguenze devastanti (anche in termini di vite umane) dell’esplosione avvenuta nel centro di Firenze. Secondo l’audito, uno dei massimi esperti nel campo, la sanguinosa strage fu determinata proprio dagli agghiaccianti effetti riconducibili agli oltre cento chilogrammi di esplosivo ad alto potenziale, prettamente militare (la carica totale venne calcolata in circa duecentocinquanta chilogrammi) che, evidentemente, esplose unitamente al tritolo dei mafiosi. Ma chi lo aggiunse?