
Osvaldo Di Cuffa
Firenze, 28 ottobre 2020 - L’aula è vuota e la prof parla coi ragazzi attraverso Classroom. È durato davvero poco il sogno di una scuola in presenza. Diversa da come era in passato, certo, ma pur sempre scuola. Come dovrebbe essere. Invece da martedì le superiori si sono dovute riadattare a tempo di record. In classe, solo il 25% degli allievi.
Ecco che al professionale Sassetti-Peruzzi, come spiega il dirigente Osvaldo Di Cuffa, entrano sempre le prime e, a turno, le seconde. “Ma speriamo poi che la situazione migliori e che quindi possano tornare in aula anche gli altri ragazzi”, allarga le braccia il dirigente. Al classico Michelangelo, la preside Gilda Tortora ha rivoluzionato l’orario in modo che i ragazzi vengano due giorni a scuola una settimana ed un solo giorno la settimana successiva. A girare.
Da Google Meet gli studenti appaiono sereni. Ma la voglia di tornare in classe è tanta. “Mi mancano un sacco i compagni”, dice Serena. Se i licei riescono a meglio adattarsi a questa (brutta) novità, per gli indirizzi tecnici e professionali in cui ci sono le ore di laboratorio la Dad presenta ancora più svantaggi. “Stiamo lavorando per garantire il più possibile la presenza degli alunni quando hanno i laboratori”, afferma Laura Giannini, a capo dell’Elsa Morante. I suoi ragazzi studiano per diventare parrucchieri ed estetisti. Al Ginori, poi, fondamentali sono i laboratori di chimica e di biologia. Stessa enorme difficoltà per gli alberghieri. “I laboratori di cucina devo per forza farli in presenza - dice Maria Francesca Cellai, preside del Buontalenti -. Stiamo facendo i salti mortali per cercare di conciliare tutto ma è complicatissimo. In una scuola come la mia il rischio abbandono scolastico è molto alto”.