"Salviamo la notte": il mondo delle discoteche in live streaming lancia l'allarme

La giornata di sabato 2 maggio vede deejay e locali tutti uniti: diretta no stop per porre l'accento sui tanti lavoratori del settore adesso inattivit per l'emergenza coronavirus

Il claim di #salviamolanotte

Il claim di #salviamolanotte

Firenze, 2 maggio 2020 - Ci sono anche diversi locali toscani nell'iniziativa #salviamolanotte, una diretta no-stop di dj set dalle 14 di sabato 2 maggio fino a oltre la mezzanotte. Si alterneranno in consolle molti deejay e locali. Tra gli altri la Capannina di Castiglione della Pescaia e il Club 64 dell'Isola d'Elba. Partecipano anche locali dall'Umbria, come il Fabrik di Castiglione del Lago.

Un modo per porre l'accento sui problemi del settore del divertimento notturno, adesso a casa per l'emergenza coronavirus. L'apertura delle discoteche appare ancora molto lontana, ma i dipendenti e i lavoratori sono migliaia e la loro situazione si fa via via più difficile.

Alla diretta, oltre ai deejay, parteciperanno i vocalist dei locali oltre agli imprenditori che gestiscono alcune delle discoteche più conosciute. La "maratona" di musica è in diretta sulla pagina Facebook "One Music Italy. 

"Attorno alla night life c'è un grande indotto - dicono i rappresentanti del settore - con ricadute importanti. Pensiamo soltanto a quanto lavorano hotel e ristoranti durante eventi importanti. Ci sentiamo abbandonati". E la diretta serve proprio a far capire che il settore c'è, che il settore non vuole mollare e vuole ripartire, quando le condizioni di sicurezza ci saranno. Sono oltre 400mila gli occupati del settore del divertimento notturno, di cui 50mila solo nelle discoteche. 

"Ogni operatore che basa la sussistenza della propria famiglia su questo lavoro, è in questo momento privo di certezze per il proprio futuro - si legge in una petizione online - Oltre a questi, ci sono le migliaia di professionisti a questo mondo collegati che sono esattamente nella stessa posizione, se non peggiore. Noi tutti abbiamo investito il nostro futuro e quello delle nostre famiglie nonostante una scarsa tutela da parte degli enti, e ora ci vediamo completamente abbandonati. Non si tratta di ricevere una sovvenzione o un prestito, non solo quantomeno. Qui si tratta di avere riconosciuti i nostri diritti a lavorare, si tratta di dignità e di prospettiva. Siamo pronti ad adeguarci alle normative igenico-sanitarie che verranno date ma non siamo pronti a rinunciare a ciò che abbiamo faticosamente costruito fin ora".