Rossi, un uomo solo al comando. La scelta sofferta di abbandonare la ripartenza graduale

Il governatore della Toscana: "Ci adegueremo alle linee guida del Governo"

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Firenze, 16 maggio 2020 - Il post su Facebook intorno alle 7. Appena alzato il governatore Rossi ha dovuto cedere, ma a testa alta, alle volontà collettive (per tutte le regioni) e anche ai tanti "quaquaraqua che hanno straparlato in queste settimane invece di avere davanti in primis l'obiettivo della tutela della salute pubblica e subito dopo la ripartenza economica" ha detto ai suoi più stretti collaboratori dopo il primo caffè, amaro, del sabato uggioso di metà maggio.

E così ha acceso il computer ed ha scritto le sue riflessioni con le quali ribadisce la giustezza della sua linea finora annunciata (ripartenze graduali, non tutti insieme) e la titubanza sugli effetti (potenzialmente anche negativi) di quanto disposto per tutte le regioni.  Ma tant'è, ha pensato. Gli viene in mente il mare, le vacanze per leggere un po' di libri, ma anche il mare dove in tanti vogliono andare. E tira fuori la 'strambata' velica per far capire le giravolte politiche e amministrative. Non una mossa che in barca può cambiare l'andamento di una sfida, ma termine usato per definire il cambio di direzione improvviso in uno zigzagare incerto.    

"Avrei preferito maggiore cautela, ma sono sicuro che anche in questa nuova fase la Toscana riuscirà bene, e comunque meglio di tante altre regioni le quali, con alle spalle un quadro ben più drammatico, hanno fortissimamente voluto che si riaprisse tutto e subito e con il metro corto". E ancora: "Pur nella consapevolezza delle oggettive difficoltà della situazione, l'impressione è che si proceda a colpi di strambate, a cambiamenti repentini: prima chiusure tardive e blande per certe realtà, poi blocchi totali a prescindere da ogni altra valutazione e infine aperture che preannunciano e spingono verso una normalità che purtroppo non esiste ancora".

E le prospettive?  "Il mio timore è che così finiamo per lasciare sul campo effetti più pesanti di altri paesi, sia sul piano della salute che su quello economico. Mi auguro sinceramente che non si debba tornare indietro. E che la ripresa delle attività sia realmente anche una ripresa economica. Ma questo è un altro argomento". Insomma si è levato qualche sassolino prima di infilarsi le scarpe.

Non preoccupato, non arrabbiato, ma della serie 'facciano un po' come vogliono, io cosa bisognava fare l'ho detto prendendomi anche delle critiche". Con chi ce l'aveva in particolare? Roma non l'ha mai amato in particolare. Al premier Conte ha inviato nel corso dell'emergenza più di una lettera. Risposte scritte? Zero. Quando ha chiesto di anticipare l'apertura delle imprese d'eccellenza che fanno affari all'estero ha dovuto penare non poco. Tanto che ha dovuto emettere due ordinanze ad hoc su concerie e tessile per far alzare le saracinesche qualche giorno prima con un via libera informale dai ministeri. I colleghi governatori? Non ha fatto alleanza con nessuno in particolare. Si è stupito della visibilità di Zaia ("I test sierologici li abbiamo avviati noi in Toscana per primi"), ha puntato il dito su Fontana ("Ma avete visto quanti pochi temponi hanno fatto in Lombardia?") e non gli è piaciuto nemmeno in confinante Bonaccini ("Hanno quasi 4000 morti e si battono per la distanza di un metro").

Rossi, un uomo solo al comando. Molto apprezzato dai cittadini durante l'emergenza (al top delle classifiche di gradimento) molto meno dal suo partito, il Pd, che gli ha fatto la guerra specialmente  sul distanziamento sociale (1,80 metri, distanza contestata anche dagli industriali) e dal sindaco di Firenze, Nardella, che nelle ultime ore ha sottolineato più volte la richiesta di chiarezza da parte della Regione.

Rossi, l'ultimo politico convinto della possibilità di applicazione del  comunismo reale ma anche ex assessore alla Sanità per due volte in Toscana, resta convinto che la riapertura in tre scaglioni a partire da questi giorni e per i due successivi fine settimana era la soluzione migliore. Anche vedendo i dati sui contagi in Toscana e parlando con la task force regionale che non è poi così ottimista sull'arrivo velocemente del contagio zero anche nella Toscana che freme per ripartire.