LISA CIARDI
Cronaca

Rifiuti, cancellata la norma dello scandalo. "Era un maldestro tentativo lobbistico"

Eliminata all’unanimità dal consiglio regionale. Gli avvocati della Regione Toscana: "Si voleva evitare l’applicazione dell’Aia"

Eugenio Giani

Firenze, 27 maggio 2021 - "Tenuto conto che si tratta di norma passata con un emendamento in Consiglio, appare di tutta evidenza che sia conseguenza di un maldestro tentativo lobbistico di superare la problematica dell’applicazione dell’Aia". Lo scriveva l’avvocato della Regione Toscana nella memoria difensiva presentata al Tar il 6 ottobre 2020 a proposito dell’emendamento pro-concerie (abolito dal consiglio regionale), finito nell’inchiesta della direzione distrettuale antimafia sulle presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti nel Comprensorio del Cuoio.

 

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Il dato emerge dall’accesso agli atti fatto dal consigliere regionale Fdi Alessandro Capecchi. Ma perché questo attacco? Per capirlo bisogna approfondire ciò che è successo dopo l’approvazione dell’emendamento che ha avuto come primo firmatario il consigliere Andrea Pieroni (Pd), tra gli indagati, e che sarebbe servito a sottrarre il consorzio Aquarno dall’obbligo dell’Aia, da misure autorizzative più severe. Se da un lato l’atto venne impugnato dalla Corte Costituzionale, portando la Regione a costituirsi per difenderlo; dall’altro l’ufficio ambiente respinse le richieste delle aziende che chiedevano di avvalersene. Queste a loro volta hanno poi presentato ricorso al Tar. E qui si colloca la memoria dell’avvocato che difende la Regione nel ricorso del Consorzio Cuoio Depur al Tar.

Anche per questo il contestato emendamento (articolo 12 della legge regionale 32 del 202) è stato cancellato all’unanimità dal Consiglio regionale. "Sono io ad aver proposto la cancellazione – ha detto Giani - e oggi prendo atto che questa legge viene condivisa da tutti i consiglieri. È un atto di responsabilità del Consiglio regionale". Ma le polemiche continuano e ieri si è insediata la commissione d’inchiesta. Una delle prime richieste, da parte di Marco Landi (Lega) è che "l’ex presidente Rossi venga audito tra i primi, dopo le sue dichiarazioni". "Seppi che qualcosa si muoveva e misi in guardia il Pd – ha detto Rossi a Repubblica - ma l’autonomia del Consiglio regionale è sacra. Fu un’enorme caz... e non si può che riconoscerla".