Rider morto a 26 anni, "i grandi del delivery non vogliono regole. Ora un marchio etico"

Non basta l’impegno della Regione Toscana per la sicurezza e la dignità dei lavoratori di fronte ai colossi multinazionali. L’assessora Nardini: "Non ci fermiamo, parola al governo"

Rider al lavoro e, nel riquadro, Sebastian Galassi

Rider al lavoro e, nel riquadro, Sebastian Galassi

Sciopero per Sebastian Galassi e per tutti coloro che lavorano come rider rischiando la vita per una consegna. Mobilitazione istituzionale e sindacale dopo la tragica morte del 26enne fiorentino travolto e ucciso da un Suv mentre stava lavorando con il suo scooter. La Cgil ha organizzato lo sciopero di tutto il settore per mercoledì con un presidio alle 18 in piazza Sant’Ambrogio a Firenze. "Chiediamo alle società aderenti ad Assodelivery di assumersi le proprie responsabilità - sottolinea il sindacato in una nota - e garantire piene tutele ai propri rider a partire da un modello retributivo che superi la paga a cottimo". "Zero tutele, zero diritti. Le compagnie di delivery food non hanno niente da dire? È normale tutto questo in Italia nel 2022?", ha scritto il sindaco di Firenze Dario Nardella in un tweet mentre il governatore toscano Eugenio Giani ha sottolineato che "intervenga in fretta il nuovo Parlamento per garantire maggiori tutele". E il presidente del consiglio toscano Antonio Mazzeo: "Dobbiamo fare di più. È una priorità assoluta per tutti". La procura ha iscritto nel registro degli indagati il guidatore del Suv.

Firenze, 4 ottobre 2022 - La Regione Toscana non molla la battaglia per i diritti dei rider. Ora più che mai in nome di Sebastian.

Assessora Alessandra Nardini, morire a 26 anni mentre si consegna una cena. Non si può morire di lavoro.

"Bruce Springsteen cantava che il lavoro dà da vivere ma a volte si prende un pezzo, talvolta la vita stessa. Non è uno scambio accettabile, mai. Non possiamo accettare il sacrificio di vite umane sull’altare del profitto".

La Regione Toscana si è impegnata per affrontare la questione dei rider. Crede che i provvedimenti varati e i messaggi comunicati per sicurezza e dignità siano stati raccolti dalle imprese che ingaggiano questi lavoratori?

"In parte sì ed è un segnale importante, che speriamo possa stimolare una mobilitazione ed un impegno nazionale ancora più forte . Al nostro Protocollo hanno aderito varie aziende toscane del food delivery, impegnandosi ad applicare la disciplina del lavoro subordinato ai propri rider, con tutto quello che ne consegue in termini di coperture assicurative e previdenziali previste dalla legge e dai contratti nazionali di lavoro. Certo, ci sono ancora molti operatori che rifiutano questa impostazione nascondendosi dietro una stucchevole retorica dell’autonomia, della libertà e della flessibilità dei rider".

In particolare l’accordo con i sindacati puntava all’emersione del precariato dei rider. Ha inciso?

"Non possiamo risolvere completamente la situazione a livello locale, ma al nostro Protocollo hanno aderito molte realtà del territorio, che attualmente applicano diversi contratti e inquadramenti alle proprie lavoratrici e lavoratori. L’impegno è di arrivare ad inquadrare i rider come lavoratrici e lavoratori subordinati, garantendo così piu’ diritti e tutele. Sono inoltre stabiliti il divieto di discriminazioni e ranking reputazionale e sono garantite modalità di assegnazione dei turni equi. L’intesa sancisce inoltre la tutela dei diritti sindacali e il diritto alla designazione e/o elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. I datori di lavoro sono tenuti a fornire dispositivi di protezione e a sottoporli a visita medica; si impegnano a ricercare spazi idonei in cui attendere le chiamate".

Lei giustamente ha detto ieri che la mobilitazione toscana è una goccia nel mare. Perché?

"Abbiamo competenze limitate, ma abbiamo voluto fare la nostra parte. Il ministro Orlando aveva iniziato un lavoro sul fronte nazionale, mi auguro venga portato avanti".

Quindi dobbiamo aver fiducia che il governo Meloni prenda di petto questa emergenza?

"Continueremo a lottare per questo obiettivo, con la speranza che il nuovo governo non ignori il settore".

I consumatori possono essere più consapevoli?

"Sì, per questo abbiamo previsto il rilascio di un marchio etico per una scelta consapevole".

E le disposizioni varate dalla Giunta per la sicurezza possono avere effetto?

"Sono convinta di sì. Grazie alla sinergia con l’assessore Bezzinii abbiamo approvato in Giunta un documento tecnico di riferimento regionale che disciplina le tutele dei rider. Vogliamo dimostrare che le tutele convengono anche alle imprese".