Riccardo Nencini racconta Oriana Fallaci

Serata organizzata dal Soroptimist Club Firenze Due. Nelle parole del Senatore rivive il coraggio della giornalista fiorentina inviata di guerra

Riccardo Nencini con la presidente Gloria Giudizi

Riccardo Nencini con la presidente Gloria Giudizi

Firenze, 22 gennaio 2020 - Una serata dedicata ad una delle più amate eccellenze femminili fiorentine quella organizzata dal Soroptimist Club Firenze Due a Villa Viviani e dedicata alla figura di “Oriana Fallaci inviata di guerra”. Ospite d'eccezione il senatore Riccardo Nencini, coinvolto dalla presidente del Club Gloria Giudizi tra i relatori del ciclo di incontri “Donne oltre gli stereotipi”.

Nello specifico, la serata ha focalizzato sulla missione della nota giornalista fiorentina come prima inviata al fronte, attraverso l'empatica ricostruzione che della sua figura professionale e umana ha presentato Nencini nel suo libro “Il fuoco dentro” (Pagliai editore). «Ho aperto la serata con una frase particolarmente suggestiva presente nel libro del senatore - commenta Gloria Giudizi-: “Oriana, raccontando di sé, disse sono un soldato, lo sono fin da ragazzina. Vi è una dimestichezza tra me e le armi, tra me e la paura, il coraggio, la morte”. L'intrepida giornalista si riferiva ai fatti accaduti nel '44 quando, giovanissima, faceva la staffetta per aiutare l'azione partigiana».

Dalle parole di Nencini, nel corso della serata è emerso anche che il modus operandi della Fallaci inviata di guerra aveva rivoluzionato la maniera di fare giornalismo, grazie ai reportage che la vedevano direttamente coinvolta al fronte, piuttosto che aspettare in albergo le notizie delle fonti locali. «Oriana andava diretta alla fonte -spiega il senatore-, non si accontentava mai del sentito dire o del riportato. Spulciava archivi, giornali, parlava con la gente vis à vis, ovunque, era inarrestabile. In Vietnam o in Messico quando, ferita, era stata creduta morta e buttata in un mucchio di cadaveri. Si salvò per miracolo e solo perché un collega che la stava cercando si era accorto che era ancora viva. Cultrice della lingua, Oriana non ripeteva mai uno stesso vocabolo se non dopo 4 pagine -ricorda Nencini-, conducendo sempre uno studio intenso sull'uso della parola. Scriveva e riscriveva la stessa pagina, ci fumava sopra e non era comunque mai contenta».

Per Firenze, la Fallaci aveva nutrito un amore/odio di dantesca natura. Ai tempi in cui, già malata, sognava di tornare nella sua città, Nencini l'aiutò a trovare la casa di cui aveva bisogno. Questo e molti altri aneddoti emersi nel corso della serata, hanno mantenuto gli intervenuti in silenzio religioso e attenzione costante. Caterina Ceccuti