L’estate del ragno violino: è allarme in Toscana. Ecco cosa fare

Infezioni micidiali e rischio cancrena. Ultimo caso nell’Empolese

Ospedale

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Vinci (Firenze), 11 agosto 2018 - Nemico silenzioso dal morso indolore, mette nel mirino le prede e le attacca. Inietta il suo veleno e attende che gli enzimi facciano effetto. Le cellule vengono letteralmente sciolte. Accade agli insetti vittima del ragno violino, accade all’uomo che da esso, aracnide della famiglia delle Sicariidae, venga morso. A livello nazionale, si è registrato un boom di episodi e segnalazioni.

Forse è presto per parlare di emergenza, ma l’allarme è reale. Anche in Toscana, dove negli ultimi giorni si sono verificati due casi. L’ultimo ha visto protagonista una giovane di Vinci, nella provincia fiorentina. Chiara Vitali, insegnante di yoga e terapeuta di medicina indiana, 33 anni, vive in campagna e lì è stata punta. Il veleno le ha provocato una necrosi dei tessuti complicata da debellare, alla base del collo. «Un’infezione non banale – chiarisce – E’ successo verso il 20 luglio, ma i primi sintomi sono apparsi giorni dopo tra dolori a muscoli e ossa e gonfiore localizzato all’altezza della settima vertebra cervicale, dove sono stata punta. La ferita si è come aperta: si è creato un piccolo foro, nero al centro con i contorni infuocati. Pian piano il ‘taglio’ si è allargato. E’ il decorso tipico del morso del ragno violino, anche se formalmente nessuno mi ha certificato di esser stata morsa da quel tipo di ragno».

La 33enne è alle prese con terapie antinfiammatorie e antibiotiche e con ‘pulizie’ chirurgiche ogni 48 ore dal 27 luglio quando, su consiglio di un amico, si è recata alla sede della Misericordia di Vinci. «Era presente il personale medico – ricorda – Vista la situazione, mi hanno coperto la ferita e spedita al pronto soccorso in ambulanza. Arrivata al triage mi hanno classificata ‘codice azzurro’: punta da un insetto, in maniera generica. Ma sapevo, visto che mi ero documentata, che si trattava del morso di quel tipo di ragno». La donna si è rivolta a un chirurgo privato. «Il suo intervento, insieme a quello del mio medico di famiglia, si è rivelato preziosissimo per diagnosi e terapia», precisa, spiegando che «adesso la situazione si è stabilizzata, anche se la ferita non è in via di guarigione». Il decorso è lungo. Lo dimostra anche il caso del 53enne livornese punto da un ragno violino durante una gita al Parco di San Rossore, nel Pisano. Soltanto giorni dopo la puntura, arrossamento e prurito insorti all’altezza del ginocchio hanno fatto scattare gli accertamenti: l’uomo si è presentato al pronto soccorso di Livorno per farsi medicare e subito è stato indirizzato al centro antiveleni di Milano. Soltanto l’intervento degli specialisti gli ha evitato l’amputazione della gamba.

«L’intervento tempestivo è importante – sottolinea Giorgio Garofalo, direttore Igiene pubblica e nutrizione Firenze dell’Asl Toscana centro – Il veleno del ragno violino è composto di enzimi che digeriscono i tessuti: creano lisi e necrosi. Le prime conseguenze si vedono dopo dodici, ventiquattro o più ore dal morso». I sintomi sono generici, ma da non trascurare. «Si crea un ponfo arrossato che può restare tale o ulcerarsi. Il tutto accompagnato da prurito, bruciore, in alcuni casi anche da febbre, mal di testa e disturbi della vista». Il consiglio è solo uno «andare subito dal medico curante».