Inquinamento, lo stato di salute della Toscana. Bene sulle polveri, peggiorano le acque

Tra le criticità principali i livelli di ozono e lo stato chimico del mare

Firenze, 11 novembre 2022 - Risultati lusinghieri nel contenimento delle polveri sottili Pm10 e Pm2,5, qualche criticità in più sui livelli di ozono. L'annuario dell'Arpat (l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) compone per la Toscana un quadro articolato per il 2021, nel quale non mancano le vulnerabilità ma neppure i segnali di miglioramento.

La qualità dell'aria

Le analisi dei tecnici dell'agenzia, d'altronde, portano ogni anno a sviluppare ben 100 indicatori su sei aree tematiche. A livello complessivo una valutazione prova a tracciarla direttamente il governatore della Toscana, Eugenio Giani, durante una conferenza stampa: "In linea generale la considerazione che emerge non solo dai tecnici di Arpat, ma anche dalla struttura che a livello nazionale coordina le analoghe 20 realtà in Italia, è quella di una Toscana virtuosa - spiega Giani- ci sono ovviamente, come per tutte le cose, voci più negative, voci più positive". Queste ultime concernono i miglioramenti sul fronte dei contenimenti delle polveri sottili. Le Pm10 hanno visto, in questo senso, il rispetto in tutte le stazioni della rete regionale del limite medio annuo e soltanto la stazione Valdarno pisano e quella della piana lucchese sforare il tetto massimo di 35 giorni di superamento della soglia di legge. Anche per le Pm2,5 il valore medio, su base annua, risulta al di sotto del limite massimo ovunque.

Meno rosea è la gestione del biossido di azoto, per il quale il valore limite annuo non viene rispettato nella stazione di traffico di Firenze. Con l'ozono va pure peggio: gli obiettivi vengono mancati nel 40% delle stazioni per la protezione della popolazione e nel 60% di quelle per la protezione della vegetazione.

La salute delle acque

Per quanto riguarda lo stato dei fiumi, il 2% raggiunge nel 2021 l'obiettivo di qualità ecologica elevata, il 41% lo stato buono. Confrontando i dati 2019-2021 con il triennio precedente emerge, spiega Arpat, "una riduzione dei corsi d'acqua in classe elevata, buona e sufficiente e un aumento del numero dei corsi d'acqua classificati come scarsi e cattivi".

Per quanto riguarda il mare, nel triennio 2019-2021 Arpat rileva uno stato ecologico "elevato/buono per tutti i corpi idrici" accetto quelli della costa del Serchio e dell'Albegna. Mentre lo stato chimico risulta essere "non buono" per tutta la costa, in particolare per la presenza di mercurio e difenileteri bromurati nei pesci, oltre al mercurio nelle acque.

"Nel complesso - dice Arpat - emerge la permanenza di criticità diffuse, ma si registra una leggera diminuzione nelle concentrazioni di molti inquinanti prioritari".

Con riferimento alla posidonia, dice Arpat, "lo stato di qualità ecologica di questa pianta marina è risultato tra buono ed elevato".

Il cambiamento climatico

Presentando l'annuario, il direttore generale di Arpat Pietro Rubellini ha spiegato che "ormai la qualità dei comparti ambientali è considerevolmente influenzata anche dalle pressioni indirette legate ai cambiamenti climatici, che purtroppo amplificano gli impatti inquinanti attuali o cronicizzati, alterando le risorse naturali e ambientali, in termini quantitativi e qualitativi". Rubellini ha aggiunto che "sempre più subiamo piogge brevi e concentrate che portano ad un ruscellamento spinto e a una scarsissima infiltrazione. Il risultato sono fiumi che si gonfiano e si scaricano istantaneamente mantenendo per il resto dell'anno portate bassissime e falde che si ricaricano scarsamente e solo in sporadiche occasioni".

Inoltre, conclude Rubellini, "il cambiamento climatico sta determinando ormai in maniera eclatante anche una pesante alterazione della biodiversità, elemento fondamentale per il mantenimento di un corretto equilibrio ecosistemico naturale e quindi di un'alta salubrità dell'ambiente. Specie vegetali e animali aliene hanno adesso un vantaggio nello sviluppo rispetto alle specie endemiche, incidendo sulla biodiversità tipica dei nostri territori, distruggendola o alterandola gravemente".