
Piazza Duomo Pistoia
Firenze, 12 agosto 2025 – Una Toscana spaccata in due sul fronte dell’inflazione. I dati diffusi dall’Istat e rielaborati dall’Unione Nazionale Consumatori mostrano come alcune città della regione figurino tra le più “salate” d’Italia, mentre altre spiccano per il contenimento dei rincari.
Sul versante più oneroso, Pistoia conquista il quarto posto assoluto nella classifica nazionale: l’inflazione tendenziale di luglio ha raggiunto il +2,4%, con una spesa annua aggiuntiva per una famiglia media di 649 euro. Poco dietro, al sesto posto, si colloca Arezzo, con un +2,3% e un aggravio di 622 euro. Chiudono la top ten nazionale due altre città toscane: Lucca e Siena, entrambe con un’inflazione del +2% e un aumento di spesa pari a 541 euro l’anno.
Questi numeri confermano che, in alcune aree della regione, il costo della vita sta crescendo ben oltre la media nazionale, mettendo ancor più in difficoltà i bilanci familiari.
Ma la Toscana è anche protagonista della classifica opposta, quella delle città più virtuose. In testa a livello nazionale c’è Pisa, che a luglio ha registrato un’inflazione di appena +0,6%, la più bassa d’Italia: per le famiglie significa un aumento di spesa di soli 162 euro in dodici mesi, circa un terzo rispetto a quanto accade a Pistoia.
Il quadro è quindi a due velocità: da un lato città che registrano rincari paragonabili a quelli delle aree più care del Paese, dall’altro centri che, almeno per ora, riescono a contenere l’impatto dell’aumento dei prezzi. Per i consumatori, la differenza è evidente: tra Pisa e Pistoia il divario annuo in termini di spesa aggiuntiva è di 487 euro, pari dunque a quasi 500 euro in più per le famiglie pistoiesi.