
Il modo migliore per contrastare l'avanzata del pesce scorpione (anzi leone): per Enrico Toja, presidente dell'associazione Elafonisos Eco, nell'omonima isola greca, è uno solo: "Pescarlo e cucinarlo, ad esempio a carpaccio" (foto Enrico Toja)
Roma, 31 luglio 2025 - Quindi lei cucina il pesce scorpione, specie aliena invasiva che ha conquistato il Mediterraneo. “, Pesce leone si chiama così in quasi tutte le lingue d'Europa. Sì, questo è il modo per contrastare l'invasione: bisogna pescarlo e mangiarlo come si fa con il granchio blu. Un grande consumatore è il principe Alberto di Monaco, glielo mandiamo noi. In Grecia ormai è ovunque, se ne stimano milioni. Nel 2026 arriverà in Toscana".

La storia di Enrico Toja
Enrico Toja, manager in pensione di origine torinese, dopo una prestigiosa carriera in giro per il mondo ha scoperto il suo paradiso nella splendida isola greca di Elafonisos, dove vive. Lì ha fondato un'associazione ambientalista, Elafonisos eco, da tre anni lavora sulle specie ittiche aliene che hanno conquistato il Mare Nostrum. Il pesce scorpione-leone in Italia è arrivato già nel Tirreno a Palmi (Reggio Calabria), come ha documentato il sub Luigi Nizzari, che lavora nel progetto AlienFish di Francesco Tiralongo, professore all'Università di Catania.
A questo link tutte le info di Elafonisos Eco

Quanti sono nell'Egeo e nel mar Ionio
"Secondo gli ultimi studi, che però stiamo analizzando meglio - spiega Toja - nel Mar Egeo e nel Mar Ionio vivono tra i 20 e i 30 milioni di lionfish. Pericoloso? Questa è un'esagerazione. Il pesce leone non galleggia, si trova vicino alle rocce, non è come il pesce palla che attacca, devi proprio metterci le mani sopra. Il rimedio? Portarsi sempre acqua calda in barca”.
Come ti cucino gli aculei (non velenosi)
"Stiamo lavorando con dei ricercatori di Atene perché il veleno possa essere usato in ambito farmaceutico – anticipa Toja -, un po’ come accade per quello della vipera. I tre aculei davanti sono velenosi, quelli posteriori vengono fritti nell'olio bollente, ad esempio in Giappone, sono croccantissimi".
A questo link tutte le info di AlienFish
Il lavoro di Toja per l’ambiente
In questi giorni questo ‘mecenate’ dell’ambiente ospita un giornalista americano che sta documentando il fenomeno dell'invasione biologica via mare. Mentre continuano il loro lavoro gli Scout arrivati da mezza Europa per ripulire le coste.

Il lungo viaggio del pesce leone: da Beirut a Palmi
Nella cura dell’ambiente, per Toja un ruolo speciale è occupato dallo studio delle specie aliene invasive. "Abbiamo cominciato a interessarci del pesce leone anni fa – spiega il manager -, incontrando ricercatori italiani, francesi, monegaschi, greci e turchi, abbiamo creato un network. Se diciamo 'pesce scorpione' e lo presentiamo in un ristorante non lo mangia nessuno. Il nome 'pesce leone' invece è più attraente. Attraverso il Canale di Suez, con l'aumento delle temperatura delle acque, è arrivato in Libano, era a Beirut sei anni fa. Poi si è spostato in Egitto, in Tunisia, in Israele, in Turchia, a Creta, a Cipro, nella nostra isola, sta invadendo l'Egeo, da un po' di tempo è in Sicilia, i nostri studiosi prevedono che nel 2026 arriverà nelle acque della Toscana, nel 2027 in Costa Azzurra, nel 2028
anche in Spagna. Nella nostra isola è approdato tre anni e mezzo fa, oggi i nostri diver ne pescano 50 al giorno".
Come si riproduce il pesce leone
C’è un dettaglio che dice tutto: "La femmina produce due milioni di uova all'anno. Se sopravvive anche solo l'1%, sono 20mila. Questa specie mangia ogni giorno una quantità di pesce identica al suo peso, ad esempio cefali o branzini baby. Hanno fatto un esperimento, lo hanno messo in un acquario: nel giro di 48 ore era rimasto solo”. Allora, stasera a cena? "Zuppetta di pesce leone. Domani fritto o in carpaccio, buonissimo anche all'orientale".
Cosa fare per contrastare l’invasione
Il messaggio finale si può riassumere così: "Per salvare la biodiversità marina del Mediterraneo – è l’appello di Toja – bisogna pescare e mettere in tavola questa specie aliena invasiva. L'unico predatore capace di ridurne la quantità è l'uomo. Per questo bisogna educare pescatori e consumatori. Non mangiate branzini, consumate pesce leone!".