Nel Pd vince la linea Letta a Firenze e Prato. Sui nomi l’ultima bufera tra le correnti

Candidature per le 11 segreterie provinciali. I big parlano di unità ritrovata ma le spaccature tengono banco. Lunga trattativa su Biagioni

Una manifestazione del Pd

Una manifestazione del Pd

Firenze, 10 novembre 2021 - L’ultima narrazione dice che il Pd toscano vuol far emergere, dopo settimane di difficilissime trattative prima dei congressi provinciali delle federazioni, l’epilogo felice. Che ha vinto, alla fine, il volemose bene del nuovo corso lettiano. Ma la parola d’ordine, unitarietà in nome della dialettica delle agorà, fa centro fino a un certo punto. Basti pensare a quanto è successo nelle ultime ore di vigilia (le candidature devono essere presentate con firme allegate entro domani) a Prato e Firenze, le due più importanti, con Pisa federazioni che devono essere rinnovate. A Firenze il ribaltone, come preannunciato da giorni da La Nazione, ha avuto un duplice effetto: chi ha voluto lanciare Monica Marini lo ha fatto per mettere da parte la sfida tra correnti (Fossi, sinistra dem/lettiano contro Recati, Base riformista) e anche candidare una donna alla guida di una federazione visto che su undici prima di 48 ore fa non c’era una compagna in lizza. La sindaca di Pontassieve è stata lanciata con forza e fermezza da nomi da vertice big: la segretaria toscana Simona Bonafè, il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco di Firenze Dario Nardella. Ci sono voluti loro per mettere fine alla sfida tra Fossi e Recati, appunto. Il giorno dopo Base riformista fa un passo indietro, ma alzando la voce. Lo fa lo stesso Recati con una messaggio ad hoc e lo dicono tra loro i referenti della corrente (Lotti, Parrini, Di Giorgi). "E’ stata messa la parola fine ad una logica divisiva" dicono e il riferimento chiaro e netto è all’autocandidatura che il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, aveva messo in campo. Come dire: Recati bis era la normalità ed era anche supportato da oltre cento firme di chi voleva testimoniare che era stato il segretario di tutti. In questo frangente se ne avvantaggia il partito e i protagonisti. Vediamo perché: Simona Bonafè è entrata ancora di più nel solco tracciato del segretario Letta acquisendo credito supplementare in vista della possibile sfida con Brenda Barnini per il vertice toscano del partito. Giani ha fatto valere il suo peso politico da governatore, Nardella ha ribadito che lui vuole contare nel Pd e i sindaci che stanno con lui vogliono contare.

E a proposito di sindaci ce n’è un altro in prima fila nel dibattito pre congressuale. E’ Matteo Biffoni, sindaco di Prato, che si è visto arrivare sotto il municipio la candidatura di Marco Biagioni, giovane dem, sostenuto dall’ala della sinistra dem, ex zingarettiani ora lettiani. In campo per Biagioni Ilaria Bugetti, consigliera regionale dem, possibile candidata sindaca post secondo mandato di Biffoni. Il mancato coinvolgimento di Biffoni e compagni sui temi politici che il Pd pratese deve portare avanti, primo tra tutti il lavoro, la ripresa ma anche il tema dello sviluppo aeroportuale, non è piaciuto. Settimane di trattative. Mentre Biagioni ha scelto la strategia del consenso dalla base con incontri e dibattiti nei circoli per dare forza al suo nome.

Si cerca una sintesi , ma il partito è spaccato in due. "Un’intesa si trova solo con generosità e lungimiranza" dicono da Prato i biffoniani. Ma nel frattempo le firme per presentare come candidato Simone Faggi, già vicesindaco, capo di gabinetto, presidente di Acqua Toscana, sono state prese e messe nel congelatore. Altri nomi sono stati fatti in alternativa a Biagioni come Alessi, Lorenzini e Ciambellotti. Base riformista si è tenuta ai margini della disputa lasciando campo aperto alle strategie del sindaco. Bugetti è convinta della scelta di Biagioni, innovativa e coinvolgente. E pensa probabilmente che sia il passpartout per scendere più agevolmente in campo per la corsa a sindaco nel 2024. "Ha molto da pedalare" commenta qualche diversamente giovane del partito dem pratese. Ieri lunga riunione fino a dopocena, si cerca la quadra su assemblea e direzione. Non solo questione di numeri.