ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Il Pd si incarta sui rifiuti. L’approvazione del piano regionale è una sfida di correnti

La consigliera Giachi chiederà a sorpresa nella direzione regionale dem l’adozione di un documento che raccolga le istanze dei territori. Ma ogni area ha le sue esigenze e trovare una linea unitaria pare arduo

Monia Monni, Cristina Giachi, Federica Fratoni e Antonio Mazzeo

Monia Monni, Cristina Giachi, Federica Fratoni e Antonio Mazzeo

Firenze, 18 settembre 2023 – Rischia di diventare una prova muscolare dentro il Pd l’adozione in consiglio regionale del piano dei rifiuti all’interno del più ambizioso traguardo di autosufficienza della Toscana per lo smaltimento, nell’ambito dell’economia circolare.

Prima dell’approdo in aula a Palazzo del Pegaso previsto il 27 settembre, la tenuta dei nervi nel Pd sarà messa alla prova già domani in commissione. Ma la resa dei conti arriverà in occasione della direzione regionale. E’ in quella sede che la consigliera Cristina Giachi, con delega all’ambiente nella segreteria dem toscana, ha intenzione di chiedere la sottoscrizione di un documento di accompagnamento al piano che raccolga le istanze dei territori. "Devono essere tutti coinvolti, da Montale a Empoli all’alta Valdera – argomenta Giachi – Perché si tratta di un piano importante che richiede un salto culturale e non può essere realizzato facendo imbufalire i sindaci".

Ma proprio su questo punto i problemi sono molteplici. Ogni territorio ha le sue esigenze. Montale (dove l’inceneritore dovrà essere chiuso e riconvertito), con Agliana e Quarrata, chiede cose diverse rispetto ai sindaci dell’alta Valdera, dove si vogliono compensazioni perché nella vicina Peccioli verrà realizzato un nuovo impianto, e diverse ancora sono le richieste di Empoli dove il gassificatore ha già scatenato l’iradiddio.

Inoltre, gli accordi all’interno del Pd non erano questi: la delibera avrebbe dovuto procedere spedita verso l’adozione senza alcun documento di accompagnamento che, per essere messo a punto, potrebbe richiedere tempi più lunghi. Il segretario regionale dem Emiliano Fossi che cosa ne pensa della necessità di redigere un documento unitario alla vigilia del passaggio in aula? L’impressione di più di qualche anima all’interno del partito democratico è che la strategia della consigliera Giachi possa essere stata suggerita da una regia neppure troppo occulta per rallentare la corsa dell’assessora all’ambiente Monia Monni verso la candidatura a sindaco di Firenze. Per lei portare a casa a pieni voto il piano dell’economia circolare, faticosamente cucito, è una delle prove che dimostrerebbero la sua forza. Sono tante le suscettibilità emerse, dal presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo alla ex assessora all’ambiente e attuale consigliera Federica Fratoni. Proprio per la difesa delle ragioni dei territori. In questo piano l’area metropolitana fiorentina è quella più avvantaggiata: da maggiore produttrice di rifiuti non riciclabili, non dovrà realizzare alcun impianto (sul termovalorizzatore di Case Passerini mise una pietra sopra il governatore Enrico Rossi e ora è destinato a diventare un centro di raccolta di rifiuti Rae) ma godrà ugualmente dei benefici (in particolare per la riduzione dei costi Tari) che porterà l’autonomia toscana per lo smaltimento. Sono 39 le offerte di realizzazione di impianti, di cui 8 finanziati con il Pnrr, giunte all’assessorato all’ambiente. In prima fila c’è Alia spa, ma anche grandi colossi come Eni.

Il governatore Eugenio Giani è in pista. Aspetta l’adozione del piano nei tempi e mal digerisce il riemergere di rigurgiti di posizioni congressuali su un atto così fondamentale.