Firenze, i residenti vincono la ‘guerra delle campane’. Multa al parroco da 2mila euro

I rintocchi della chiesa di Santa Maria a Coverciano che scandivano le ore esasperando i residenti, per Arpat potranno continuare a suonare solo per richiamare i fedeli alla messa e alle 18

Le campane della chiesa di Santa Maria a Coverciano

Le campane della chiesa di Santa Maria a Coverciano

Firenze, 28 gennaio 2022 - Dopo quattro anni di petizioni, accuse reciproche, lettere alla Curia e al Comune, e minacce di denunce penali per disturbo della quiete pubblica, con tanto di richiesta di risarcimento del danno, la querelle che vede da una parte don Leonardo Guerri e dall'altra più di cinquecento famiglie esasperate sembra sia arrivata alla sua conclusione.

Don Leonardo, secondo quanto riportato sul Corriere Fiorentino, dal pulpito aveva tuonato: "Di cognome faccio Guerri e le guerre non mi fanno paura", alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca. Perché la sua personale ‘guerra’ contro i residenti esasperati dal continuo suono delle campane della chiesa Santa Maria a Coverciano, alla periferia di Firenze, l'ha persa. Il parroco non solo ha dovuto bloccare i rintocchi - più di 200, dalle 8 alle 21, tutti i giorni - ma dovrà anche pagare una multa di 2 mila euro che gli è stata notificata dall'Arpat perché nei rilievi audiometrici è stato riscontrato un superamento notevole dei decibel nell'utilizzo delle campane, e non per fini liturgici. 

"La direzione Ambiente - fanno sapere da Palazzo Vecchio - ha quindi avviato un procedimento verso il parroco, il quale ha risposto con un tecnico competente in acustica di aver provveduto a eliminare e ridurre in modo significativo il volume dei rintocchi per garantire il rispetto dei limiti di legge".  Ma il parroco di Santa Maria a Coverciano, che da un paio di settimane ha silenziato i ‘dong’ che scandivano le ore, secondo Arpat potrà continuare a far suonare le campane per richiamare i fedeli alla messa e per il saluto a Maria delle ore 18. Una magra consolazione per il sacerdote che - nonostante un decreto del 2014 firmato dal cardinale Giuseppe Betori che regolamenta i rintocchi in tutta la diocesi per "evitare di mettere a dura prova il senso di devozione cristiana" - negli ultimi 48 mesi è andato dritto per la sua strada, creando una frattura tra la sua parrocchia e coloro che ci abitano attorno.