Palazzo Vecchio imbrattato, gli ecoattivisti: "Pronti ad altre azioni choc". Nardella apre al dialogo

Il primo cittadino di Firenze dopo il placcaggio in piazza: "Ho usato espressioni forti, non avrei dovuto". Uno degli imbrattatori: "La nostra disobbedienza non si ferma, modalità forti per farci ascoltare"

L’attivista Giordano Stefano Cavili Casalini bloccato dal sindaco Dario Nardella

L’attivista Giordano Stefano Cavili Casalini bloccato dal sindaco Dario Nardella

Firenze, 19 marzo 2023 – “Allibito e arrabbiato". Dario Nardella, sindaco superman che con lo scatto di un primatista è volato a placcare l’imbrattatore di Palazzo Vecchio, ha ripreso gli abiti e i modi istituzionali. Senza però arretrare di un passo rispetto alla condanna di un gesto comunque vandalico, al di là delle motivazioni ambientaliste dei due contestatori. In ogni caso, spruzzare vernice rossa su un simbolo e un monumento della città, no, proprio non si può.

“Ho usato espressioni forti perché l’altro ieri, come molti in Piazza della Signoria - continua Nardella - ero allibito e arrabbiato. Ma da uomo delle istituzioni non avrei dovuto rivolgermi in quel modo nei confronti del ragazzo. Ho agito d’istinto. Come sindaco amo non solo con la testa ma con il cuore Firenze e questa volta è prevalso il cuore, è prevalsa la reazione d’impulso. L’istinto di un padre o madre di famiglia che ha pensato solo a difendere la casa di tutti, Palazzo Vecchio, simbolo della storia e della civiltà di Firenze. Ho vissuto quella violenza come uno sfregio alla nostra storia, alle nostre radici". Ma dopo la condanna per l’azione dei due esponenti di Ultima Generazione, c’è la questione ambientale, che sta a cuore anche a lui, cittadino e sindaco. Per questo, dopo il ’placcaggio’ arriva la mano tesa: "Se quei giovani sono disposti a rinunciare a queste forme sbagliate di protesta - dice Nardella - per scegliere strade anche più efficaci per affrontare l’emergenza ambientale, noi non solo siamo pronti ad accettare il dialogo ma pensiamo che Firenze possa diventare la capitale della difesa del pianeta". Ma lui, uno dei due imbrattatori, Giordano Stefano Cavini Casalini, 32 anni, empolese, operatore socio sanitario ed eco-attivista, per ora non si dice per nulla pentito del gesto. Di azioni dimostrative di questo genere ne ha già compiute diverse e non ha intenzione di smettere. E infatti proclama: "La disobbedienza civile non violenta contro il collasso ecoclimatico andrà avanti, anche con queste modalità forti per raggiungere l’obiettivo della campagna ’Non paghiamo il fossile’ promossa da Ultima Generazione". Del rammarico per il danneggiamento di un bene patrimonio di tutti, neanche a parlarne: "Siamo cittadini che si auto organizzano. Scegliamo l’obiettivo ed entriamo in azione. Prima ci consultiamo con avvocati vicini al nostro movimento, che ci illustrano quello a cui andiamo incontro. Le denunce? Ci penso, ma è più importante la lotta".