Olimpiadi 2032, Carlo Conti: "Ora fuori il coraggio di rischiare"

Il popolare conduttore tv crede nella sinergia Firenze- Bologna per la sfida del 2032

Carlo Conti (Ansa)

Carlo Conti (Ansa)

Firenze, 15 settembre 2019 - I suoi programmi tv, sempre di grande successo (basti vedere la grande partenza venerdì sera della nuova edizione di ‘Tale e quale show’) sono il frutto del lavoro di una squadra collaudatissima che lui sceglie e dirige. Non è solo un conduttore, Carlo Conti, ma un coordinatore, un ‘capo progetto’ che ha ben presente l’obiettivo di fondo e ottiene il massimo coinvolgendo tutti. Sfruttando al meglio le caratteristiche di ciascuno. A ben vedere quello che si deve fare per coronare il sogno di portare a Firenze e Bologna le Olimpiadi del 2032.

Carlo, lei oltre ad essere un re della televisione è anche un grande sportivo, come giudica questa che è più di un’idea?

«Sono entusiasta. Un progetto affascinante, un’opportunità straordinaria, un’opzione vincente per tanti motivi e che non dobbiamo farci scappare».

Cominciando da dove?

«In primis dalla volontà politica e dalla necessaria convinzione da parte del mondo imprenditoriale nel credere in questo progetto che implica interventi a livello territoriale e di infrastrutture che dovrebbero partire subito».

Non c’è tempo da perdere, quindi.

«Sono anche io di quella scuola di pensiero che dalle parole bisogna passare ai fatti. Avere il coraggio di rischiare e di agire, forti della buona volontà. Ci sono due esempi che sono sotto gli occhi di tutti. Torino 2006 è stata un’Olimpiade che ha garantito una ribalta straordinaria per come è stata organizzata e per l’immagine che ha dato al nostro Paese. Sarà così anche per Milano-Cortina, realtà che hanno dimostrato come anche in Italia si possa dare vita a sinergìe vincenti tra vari territori, anche di area vasta. Nel caso di Firenze e Bologna da questo punto di vista l’opportunità è ancora più ghiotta».

Per quale motivo?

«Sono due città al centro dell’Italia ma non esagero nel dire che sono al centro del mondo. Hanno una visibilità internazionale, sono un esempio straordinario di qualità del made in Italy. Firenze per le sue bellezze artistiche e la storia che tutti ci invidiano, la Toscana intera che ha un appeal planetario, Bologna e l’Emilia Romagna per un’organizzazione collaudata che del resto c’è anche in Toscana. Queste due regioni sono state e sono storicamente un territorio dalle vocazioni molto simili. Una su tutte il turismo. Dalla costa tirrenica fino a Firenze e poi da Bologna sino alla riviera romagnola c’è una grande cultura dell’accoglienza turistica e una grande esperienza nell’organizzare eventi e questa è una carta importante da giocare. Quindi ricettività, capacità organizzative e visibilità internazionale».

Anche se centrale resta il coordinamento.

«Un progetto olimpico comporta una totale sintonia tra i soggetti in campo. Volgarizzando bisogna che tutti remino dalla stessa parte. In primis per la logistica, poi per gli impianti capitolo dove bisogna capire subito se puntare sull’esistente e ristrutturare oppure costruire ex novo. Se si crede veramente in questo progetto, e sono certo sia così, va creato un comitato promotore con personalità di livello nazionale e internazionale che si metta subito al lavoro, individuando i settori e i ruoli operativi».