Nicola, una morte orribile. Trascinato dalla macchina e stritolato in pochi secondi

Quattro ore di autopsia sul corpo dell’operaio che ha perso la vita in fabbrica. Domani potrebbero svolgersi i funerali. Gli investigatori sentono altri testimoni.

Forse è rimasto fatalmente agganciato con gli abiti al macchinario, che l’ha trascinato tra i rulli dell’ottone e schiacciato in pochi fatali secondi senza lasciargli scampo. E’ l’ipotesi prevalente emersa dall’autopsia eseguita ieri pomeriggio a Lucca sulla salma di Nicola Corti, l’operaio di 50 anni morto mercoledì scorso alla Kme di Fornaci di Barga. Esclusa l’ipotesi di un malore, per chiarire il quadro sarà necessario tuttavia un ulteriore sopralluogo dei consulenti nella fabbrica. Di certo Nicola è morto in pochi fatali istanti per uno schiacciamento cranico toracico, senza che nessuno potesse intervenire, dato che in quel momento era da solo.

L’esame necroscopico, durato oltre quattro ore, è stato condotto all’obitorio del Campo di Marte dal medico legale Luigi Papi, incaricato dal pm Laura Guidotti, e seguito da due consulenti di parte indicati rispettivamente dalla famiglia della vittima e dall’azienda Kme. E’ stato necessario approfondire a lungo l’esame esterno sulla salma per non tralasciare alcun dettaglio.

Al momento ci sono due indagati, raggiunti da avvisi di garanzia per l’ipotesi di omicidio colposo, ma come semplice atto dovuto proprio in relazione all’autopsia: si tratta di Manuele Fanucci, direttore dello stabilimento Kme Italy a Fornaci di Barga e Marco Miniati, dirigente responsabile della gestione dei processi aziendali e legale rappresentante della controllata italiana della multinazionale. Un avviso riguarda anche la società Kme come persona giuridica in relazione all’ipotesi di eventuali illeciti amministrativi.

Appena la salma sarà riconsegnata alla famiglia si potrà fissare la data dei funerali, che forse potrebbero tenersi nella giornata di domani. Nell’occasione il sindaco di Barga, Caterina Campani, ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino.

Intanto vanno avanti le indagini dei carabinieri e del servizio di sicurezza Asl, delegate dalla procura. Sono stati depositati i primi atti con le testimonianze di vari dipendenti e il verbale del sopralluogo, nonché le immagini delle telecamere interne all’azienda, che tuttavia non riprendono la scena della tragedia. L’attività della fabbrica è ripresa lunedì, ma la linea 1 resta sotto sequestro. Gli avvocati Giacomo Ciardelli ed Eleonora Giuliani intanto assistono la vedova di Nicola Corti come legali di parte lesa e rappresenteranno nelle varie sedi di giudizio anche la figlia minorenne e l’anziana madre della vittima perché sia fatta piena luce su questa ennesima tragedia sul lavoro.

Paolo Pacini