VINCENZO PARDINI
Cronaca

Mulattiere: le strade della storia

L'intervento

Vincenzo Pardini

Firenze, 7 gennaio 2016 - Sono sempre di meno coloro che ricordano le mulattiere. Abituati a strade, superstrade e autostrade, ci siamo dimenticati di questi antichi percorsi, molti dei quali risalenti alla preistoria. Hanno l’impiantito di sassi confitti nel terreno, e il percorso, a tratti, delimitato da muri a secco.

Strette e tortuose, si inerpicano lungo le coste delle montagne, tra quiete e silenzio. Sono opere d’arte, realizzate col concetto di essere al servizio di uomini e animali, che su quei sassi hanno lasciato le loro orme. Le mulattiere sono, infatti, un prontuario di storie, che bisogna saper decifrare col linguaggio dei segni.

Fino al Sessanta, di primavera, venivano rimesse in sesto con le cosiddette "opre gratuite", una sorta di volontariato cui partecipavano le genti dei paesi, che della mulattiera usufruivano. Da allora, questo, non avviene più. Preda al degrado, alberi crescono senza controllo lungo i percorsi; altri, invecchiati, crollano a seguito delle tempeste; le canalizzazioni che fiancheggiano i selciati, ostruite, riversano l’acqua delle piogge ovunque, causando smottamenti.

Una di queste storiche mulattiere si trova nel comprensorio di Vallico Sopra (frazione di Fabbriche di Vergemoli, Lucca), la quale, traverso selve e valichi, conduceva in Versilia. Tragitto già di etruschi e apuani, è rimasta agibile per secoli. Ora, sconnessa e deformata dalla vegetazione, percorrerla è quasi un’impresa. La sua decadenza è iniziata negli anni Ottanta. E’ stata pressoché abbandonata per divenire, sovente, tragitto delle moto cross, che ne hanno accentuato il deterioramento.

La nostra civiltà sembra aver rinnegato il passato da cui proviene, condannando opere d’arte come le mulattiere all’oblio e all’estinzione, senza pensare che, restaurate, potrebbero divenire percorsi turistici.