"Ha fatto solo del male...". Nessuna pietà social per mamma Ebe

E' stata più volte condannata per truffa, tante le sue vittime

Mamma Ebe

Mamma Ebe

Firenze, 7 agosto 2021 - Era il 2017 quando Mamma Ebe, morta ad 88 anni all’ospedale di Rimini, si beccò l’ennesima denuncia per esercizio abusivo della professione. Tutto era partito da una donna di Forlì, che si era rivolta alla ‘santona’ per i problemi più svariati, tra cui l’infertilità. Peccato però che la poveretta ottenne solo applicazioni di pomate sul ventre che finirono per provocarle inutili dolori. La donna si era ritrovata soggiogata psicologicamente, addirittura colpevolizzata per la sua incapacità di resistere al dolore.

La Polizia piombò nella villa dell’allora 83enne, a Sant’Ermete, dove trovò evidenti riscontri riguardo alla prosecuzione dell’attività illecita da parte della ‘guaritrice’ che, nonostante le numerose accuse accumulate negli anni precedenti, continuava a farsi beffe dei più ingenui e vulnerabili. Erano soprattutto le donne le vittime dei suoi raggiri. Alcune di loro trascorrevano anche interi periodi presso l’abitazione di Mamma Ebe. Nel corso della sua lunga vita, la santona si è macchiata di reati che andavano dall’estorsione a poveri anziani malati, dietro promessa di una guarigione che ovviamente non avveniva, fino alla persuasiva suggestione psicologica dei suoi seguaci. Solo la donna forlivese arrivò a dare diverse centinaia di migliaia di euro a Mamma Ebe. Ma di casi come questi ce ne sono tantissimi.

La parabola giudiziaria di Gigliola Giorgini, questo il vero nome della truffatrice, era iniziata negli anni Ottanta, quando riportò una condanna in appello a sei anni di reclusione nel maggio del 1985 a Torino. Nel gennaio del 2002, la donna fu arrestata insieme al marito nella villa di Carpineta, in un blitz di Polizia e Guardia di Finanza che avevano eseguito 28 ordini di custodia cautelare al termine di una lunga indagine della Procura di Forlì che aveva formulato diverse accuse: dall'associazione per delinquere all'esercizio abusivo e continuato della professione sanitaria, dal falso ideologico in ricette alla truffa continuata in concorso ai danni di ente pubblico, dal sequestro di persona al maltrattamento di minori, dalla truffa per motivi abietti ai danni di persone sofferenti nel corpo e nell'anima all'esercizio abusivo di ambulatorio medico. Ma l’attività criminosa di Mamma Ebe non si fermava. Avevo dolori lancinanti alla schiena: mi dette inutili pillole”. “Soffrivo di depressione. Con lei credevo di star meglio, in realtà ero soggiogata”. Terribili i ricordi di chi, per ingenuità e ignoranza, era finito sotto le sue grinfie.

Nel 2010 venne accusata di truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione medica: a Pistoia si aprirono così due processi: uno mai concluso per prescrizione e uno, invece, con una condanna a otto anni e mezzo di carcere.

Nel 2014, la lussuosa casa della santona, nel pistoiese, fu messa all’asta. Villa Gigliola, sul Montalbano, era stata per tanto tanto meta dei pellegrinaggi di chi si affidava alla Santona di San Baronto nella speranza di guarire e di scacciare per sempre le influenze maligne dalla propria vita.

Nel 2017 la donna era finita agli arresti domiciliari per la condanna, in via definitiva, a quattro anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica. Ma nonostante questo nella sua villa del riminese continuava a far del male, supportata da una mini comunità di adepti impegnata a svolgere le mansioni più disparate per permettere a Mamma Ebe di proseguire a ricevere chi si rivolgeva a lei. E ora che è morta, nessuna pietà per lei sui social: “E’ una persona che ha fatto del male…”, scrive qualcuno. E un altro, senza mezzi termini, ammette: “Sono contenta. Era l’ora”.