Morte di Berlusconi. Montanari, il prof contro le bandiere a lutto. Ma ora rischia l’inchiesta. Proteste anche a Pisa

Il rettore dell’Università per stranieri di Siena parla di "atto di patriottismo". Lettera del Collettivo studentesco. E uno striscione alla "Normale"

Morte di Berlusconi, bufera su Montanari

Morte di Berlusconi, bufera su Montanari

Siena, 15 giugno 2023 – Bufera dopo il ’no’ del rettore dell’Università per Stranieri Tomaso Montanari alla bandiera a mezz’asta per la morte dell’ex premier e leader di Forza italia Silvio Berlusconi.

Una scelta che ’spacca’ e ora rischia di avere strascichi penali. Come ha detto Pier Paolo Rivello, penalista e professore all’Università di Torino di Diritto penale, nonché procuratore generale emerito presso la Corte di cassazione, "il lutto nazionale proclamato dall’Autorità, se non rispettato è sanzionabile secondo l’articolo 650 del Codice, fino a tre mesi di reclusione o con ammenda fino a 200 euro".

Un richiamo alla responsabilità arriva dall’ex prefetto di Siena ed ex consigliere di Stato, Vittorio Stelo: "Le direttive emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono ordini di pubblica autorità, che vanno eseguiti, anche se non condivisi, a prescindere dalle idee personali". Ma c’è chi prefigura anche una possibile azione sanzionatoria da parte del ministro dell’Università.

«Non è stata una scelta contro qualcuno o qualcosa, ma una scelta per la dignità dello Stato", si difende il rettore Tomaso Montanari dopo la circolare interna in cui aveva comunicato che l’istituzione non avrebbe abbassato le bandiere per seguire le indicazioni del Governo sul lutto nazionale. "Nella nostra storia – prosegue – in certi momenti ci sono state delle persone che hanno detto no. Abbiamo dedicato dodici aule ai professori che decisero di non aderire al fascismo, ovviamente non è la stessa cosa, ma come si fa a dedicare delle aule a chi disse di no e poi dire sempre di sì?".

E ancora: "Ho scritto una lettera alla mia comunità – spiega Montanari che ha parlato di atto di patriottismo –, non volevo fare polemiche pubbliche nel momento in cui c’era un funerale. Ho espresso in tutti i modi il rispetto per la persona umana e per la famiglia, però c’è anche quello per lo Stato e mi risulta che in tanti istituti pubblici la bandiera non sia scesa". A suo sostegno una petizione on line che ha superato ieri le 120mila firme e le posizioni di diversi parlamentari del Movimento 5Stelle.

Mobilitazione anche a Pisa: una lettera al rettore dell’Università per esprimere "la più ferma contrarietà" a celebrare il lutto nazionale per Silvio Berlusconi con le bandiere a mezz’asta, con l’invito "ad assumersi pubblicamente la responsabilità civile e politica della decisione da lei compiuta, spiegando alla comunità universitaria le motivazioni della scelta". La firma è del Collettivo di studenti Exploit dell’Università di Pisa.

"Ci uniamo al coro di altri studenti ed Atenei nel rifiutare l’adesione dell’Università", si legge ancora, decisa "seguendo le indicazioni del Governo italiano". Secondo il Collettivo "la dichiarazione del lutto nazionale non è normata da alcuna legge precisa ed è rimessa al pieno arbitrio del governo; in quanto tale, è una scelta esclusivamente ideologica". Per il collettivo studentesco "l’Università di Pisa, in quanto istituzione pubblica dotata di una propria autonomia politica e responsabilità civile davanti alla cittadinanza tutta, non si può limitare a recepire placidamente una indicazione così fortemente faziosa".

La celebrazione con bandiere a mezz’asta da parte dell’università "rende il ricordo una santificazione ideologica, sono revisionismo storico". Segnali di dissenso anche alla Normale di Pisa dove sulla facciata dell’Ateneo è apparso per alcuni minuti lo striscione "Non il nostro lutto".

Riccardo Bruni