"Io sono un leone, Manolo anche più di me. La forza di giocare? Sa di essere innocente"

Presunto stupro di gruppo, Daniele Portanova rompe il silenzio sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolto il figlio calciatore del Genoa

L'avvocato Bordoni con Manolo Portanova

L'avvocato Bordoni con Manolo Portanova

 

Siena, 31 agosto 2022 - «Rammento perfettamente il giorno in cui venne a casa la polizia per notificare a Manolo gli arresti domiciliari. Sulle prime rimasi scioccato. Poi andai da mio figlio per capire e farmi raccontare cosa era successo. Ricordo nitidamente la precisione con cui mi riferì di quella sera. Senza tentennamenti. Mai cambiato versione. Quanto mi disse coincideva con le parole degli altri due ragazzi di famiglia coinvolti nel processo. Ho capito subito che la questione era delicata. Ma anche che la storia risultava più complessa e ben diversa da come la descrivevano le carte. Deve essere ricostruita senza pregiudizi e con grandissima attenzione ad ogni dettaglio se si vuole giungere alla verità". In queste frasi tutta la lucidità e il cuore di un padre, Daniele Portanova, ex calciatore di Napoli, Bologna, Genoa e anche della Robur. Ferito ma fermo nel restare accanto al figlio accusato del presunto stupro di gruppo di una 20enne senese in un appartamento a due passi da Piazza nella notte fra il 30 e il 31 maggio 2021. Il 16 settembre ci sarà l’udienza dal gup in cui verrà deciso il rito di giudizio e, come annunciato da Gabriele Bordoni, difensore del giocatore tuttora in forza al Genoa, sarà chiesto il rito abbreviato.

Daniele Portanova, finora Manolo non ha mai fatto una dichiarazione sull’argomento, anche quando è stato attaccato duramente.

"Sia la mia famiglia che mio figlio Manolo abbiamo massima fiducia nella magistratura. Non abbiamo bisogno di esporci preferendo il silenzio, anche per rispetto verso la ragazza ed i suoi cari. Quando Manolo è stato sbattuto in prima pagina e dipinto come un bruto, stupratore, le persone che lo conoscono gli hanno espresso solidarietà e affetto avendolo visto crescere e sapendo com’è veramente. Forse qualcuno ha ritenuto che il silenzio stampa fosse sinonimo di debolezza o di un senso di colpa. Tutt’altro. L’innocenza dei miei figli, la grande fiducia nei nostri avvocati e la fede ci hanno fatto restare sempre fiduciosi. Quando il difensore di Manolo ha invitato i media ad un maggiore equilibrio nell’interesse di tutte le persone coinvolte, ben pochi lo hanno recepito. E se oggi parlo con lei è perché il suo giornale è stato uno di questi".

Come sta vivendo Manolo gli sviluppi del procedimento giudiziario?

"Certo con grande partecipazione. Resta sempre in contatto con il suo avvocato che lo conosce sin da quando era bambino. Ha voluto spiegare a suo tempo i fatti al pm (Nicola Marini, ndr ) ed è molto maturato".

Spieghi meglio.

"In questo anno ha perso occasioni nel suo lavoro, a livello calcistico, basti pensare alla Nazionale. Ma ci sarà tempo per rifarsi. Soprattutto come ragazzo ha perso un anno di vita: dai 21 ai 22 anni è rimasta sospesa in un limbo simile al Purgatorio dantesco. Non ha frequentato nessuno, sempre chiuso in casa con i familiari e pochi amici intimi. Oppure è stato con il club (il Genoa, ndr ) e i suoi compagni. Niente nuove conoscenze, né svaghi, neppure durante l’estate".

Chi lo conosce, dunque, anche nell’ambiente sportivo, crede in Manolo che da subito ha respinto la grave accusa di violenza di gruppo?

"I veri amici e le persone davvero vicine si conoscono nei momenti bui. E’ stato così anche per lui. Confesso di essere rimasto stupito, lo ripeto, di quante persone ci hanno espresso affetto e sostegno credendo nell’innocenza di Manolo e dei ragazzi, senza metterla in discussione. Un grazie particolare va ai tifosi del Genoa e alla società che ci sono sempre stati accanto, senza mai lasciarci soli avendo piena fiducia nel mio ragazzo e nella sua verità. Guardi, Manolo sente molto questo atteggiamento che cerca di contraccambiare ogni volta che scende sul rettangolo verde impegnandosi fino all’ultimo respiro. Senza risparmiarsi".

E babbo Portanova cosa pensa? Crede che quella notte ci sia stata violenza sessuale?

"Ho fiducia che il fatto venga chiarito nella sua reale consistenza. Da adulto e senza volermi mettere paraocchi a difesa dei miei ragazzi, ho sempre avuto l’idea che sia stata una notte che tutti e cinque i giovani non hanno saputo gestire, infilandosi in una cosa troppo grande per tutti, uomini e donna. Hanno voluto fare, a mio avviso, gli adulti disinibiti quando non lo erano affatto, uscendone così tutti male, in un modo o nell’altro. La ragazza sentendosi usata e i ragazzi riscoprendosi timidi e impacciati. Quanto emerso nel tempo dall’indagine e dalle udienze mi pare che lo confermi. Sono certo che la verità verrà a galla e che la giustizia saprà ricostruire i fatti. E capire l’atteggiamento psicologico di tutti i protagonisti. In questo senso sono sereno e fiducioso, affrontando ogni giorno fino a che non torneremo a vivere normalmente, buttandoci alle spalle non solo le accuse infamanti ma soprattutto il dolore che proviamo per questi 5 giovani parti del processo. La fede ci dà tanta forza".

Tre componenti della sua famiglia coinvolti: duro da affrontare.

"La mia gioventù non è stata facile, sono partito dai campetti di periferia rincorrendo il sogno di fare il calciatore, compiendo sacrifici e stando lontano da casa. Mi ha portato a crescere da duro e a farmi rispettare ma lealmente e correttamente, restando la persona sempre pronta ad aiutare gli altri. Questo ho voluto trasmettere ai figli facendo capire loro che bisogna esserci per tutti, per chi è fragile e ha bisogno. Ora, immaginare che due dei miei ragazzi e mio cognato, pure lui giovanissimo, siano accusati di aver fatto del male a una ragazza mi addolora profondamente . Da oltre un anno siamo come sospesi, viviamo un incubo".

Manolo le assomiglia?

"In lui ho sempre rivisto me stesso quanto a sensibilità. Ho sempre saputo che era forte fisicamente ma dopo le accuse terribili che lo hanno colpito da un anno a questa parte ho scoperto che era fortissimo anche mentalmente. Forse anche più di me che mi sono sempre considerato un leone. Dover subire gli attacchi mediatici e giocare a calcio estraneandosi dal contesto personale per dare il massimo per la squadra l’hanno fatto diventare uomo. Trovando la forza perché è assolutamente certo di essere innocente".