Orbetello (Grosseto), 2 agosto 2023 – Quando arriva alla "Casa di Mario" i ragazzi sono sul balcone, al fresco. La ministra li saluta, scambia quattro chiacchiere con loro. Si presentano. E Mario le fa subito vedere di essere super appassionato di auto. Sfoglia una rivista, ha dei modellini che tiene con cura sul tavolo.
Una breve visita agli appartamenti di Orbetello, in riva alla Laguna, dove opera l’associazione "Oltre Lo Sguardo", che al momento ospita nove ragazzi e dà lavoro a 15 persone. Poi Elena Improta e la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli si siedono per scambiare qualche parola.
Dopo 14 giorni lo sciopero della fame della signora Improta, effettuato "per attirare l’attenzione dei media", come ha detto lei stessa, è terminato. Il tutto dopo la causa persa che la condanna a pagare quasi 300mila euro di spese legali per la causa intentata e persa nei confronti di una clinica di Roma dove partorì. Il figlio ebbe gravi lesioni cerebrali dovute a complicazioni del parto, ma secondo i giudici non c’era la prova della responsabilità dei medici. E, adesso, si muove anche la politica: prima con l’interrogazione della consigliera regionale del Pd Donatella Spadi, depositata per garantire continuità al progetto "Dopo di noi". Adesso con la visita della ministra Locatelli.
"Oltre lo Sguardo è un progetto meraviglioso – dichiara la ministra –. Non si tratta solo di aver creato una realtà di coabitazione, ma una grande famiglia che ogni giorno supera sfide importanti. Serve una presa di coscienza per sostenere queste realtà. A livello nazionale a breve uscirà il decreto attuativo sul Progetto di vita . Credo che serva però uno sforzo da parte di tanti. Elena può essere un modello da prendere da esempio".
Ma è possibile pensare a un fondo per famiglie nella stessa situazione? "Sicuramente prenderemo in considerazione l’interrogazione del Pd – prosegue la ministra – e con i nostri uffici cercheremo di capire le richieste e di valutarle. Io sono venuta qui a Orbetello anche per valorizzare il grande lavoro di Elena in una comunità che la sostiene e le vuole bene. La giustizia può anche aver fatto il suo corso, noi mettiamo in dubbio l’umanità e la disponibilità delle persone a valutare da un altro punto di vista le cose e trovare un punto di raccordo. È già partito il tavolo per la riforma della legge 112 e una delle cose che abbiamo chiesto è che diventi un durante e dopo di noi . Con il decreto attuativo della legge delega sul Progetto di vita noi vogliamo mettere insieme la parte sanitaria con la parte sociale. Deve essere pronto per il 2024".
Elena Improta, dal canto suo, sosterrà il pagamento delle spese legali, "ma abbiamo chiesto la rateizzazione tramite i nostri avvocati – dice –. È comunque importante che la politica sia consapevole di quanto il terzo settore si metta in gioco. La cosa che mi fa bene oggi è il non sentirmi sola, perché l’unione fa la forza. Il mio sciopero della fame è nato per dimostrare che ci si può privare anche del cibo, ma non ci si può privare dell’amore e del sorriso di questi ragazzi. Dopo un percorso come questo non sai più chi sei. È giusto che un processo duri 27 anni e una famiglia metta in campo tutto quello che ha? Noi pagheremo quello che è giusto a Villa Mafalda e agli altri medici, al di là del gesto di umanità delle assicurazioni che hanno rinunciato a 90mila euro. Alla politica chiediamo un intervento per velocizzare i processi sulla malasanità, sulle famiglie su cui grava un impegno quotidiano. La Casa di Mario resterà. Il progetto di vita è fondamentale, ma se non partiamo dalla legge 112 del 2016 cercando di modificarla avremo sempre progetti frammentari".
Il sostegno arriva anche dal Forum Terzo Settore Lazio e dalla Federazione Italiana per il Superamento degli Handicap, presenti all’incontro.