
Firenze, 5 giugno 2023 - “Ripristinare al più presto le strade del Mugello”. Lo chiede a gran voce Confindustria. Nell’alto Mugello flagellato dal maltempo ripristinare la viabilità è una "priorità assoluta, non solo per le persone, ma anche per le merci. Senza collegamenti adeguati, non si riparte. Ma sono convinto che, accanto alle misure necessarie e urgenti, si debba mettere in cantiere un piano per la messa in sicurezza del territorio. E quando parlo di messa in sicurezza mi riferisco anche a quella del tessuto economico, che è presupposto della tenuta sociale". Il presidente di Confindustria Firenze, Maurizio Bigazzi, insieme al presidente della sezione territoriale Mugello-ValdiSieve dell'associazione degli industriali, Mauro Toccafondi, parlano al termine di un incontro organizzato con le imprese di Palazzuolo sul Senio e di Marradi ed i rispettivi sindaci, Gian Piero Moschetti e Tommaso Triberti.
"Mettere in sicurezza il fiume Senio per Palazzuolo è una priorità assoluta, non solo per le imprese, ma per tutta la popolazione del paese. Dobbiamo passare dal 'bisogna fare al fare'", afferma Bigazzi. "L'alluvione ha acceso i fari sull'alto Mugello. Questi fari non devono spegnersi passata l'emergenza del momento. Ed è solo mettendo mano a tutti quei nodi, soprattutto infrastrutturali, che riusciremo a trasformare questa calamità in una reale opportunità di rilancio per il territorio”, aggiunge. E prosegue: “Siamo disponibile a lavorare a fianco delle istituzioni ad un piano condiviso per un nuovo sviluppo.
Le aree interne della nostra regione non hanno bisogno di sussidi, ma di azioni rapide per stare alla pari degli altri territori e per crescere. Altrimenti diventano un deserto, e non per colpa dell'alluvione”.
“Sono stati i danni alla viabilità a mettere in difficoltà maggiore le nostre imprese dell'alto Mugello - prosegue Mauro Toccafondi -. Ma non è solo con quelli che bisogna fare i conti. Ci vuole grande impegno per fare impresa in Mugello e soprattutto in alto Mugello. Le imprese sono presidio di lavoro e quindi il principale antidoto allo spopolamento del territorio”.
