Via di casa perché gay: vittoria di Malika, non è più sola a combattere. Indaga la Procura

La ragazza di Castelfiorentino cacciata di casa perché omosessuale. Le ha scritto il presidente del Parlamento europeo. Raccolti 10mila euro

Malika Chalhy

Malika Chalhy

Castelfiorentino  (Firenze), 11 aprile 2021 - Malika non è più sola nella sua battaglia in nome dell’amore. La 22enne di Castelfiorentino ripudiata dalla famiglia e cacciata di casa dopo aver rivelato di essere lesbica e di essersi innamorata di una ragazza, è stata travolta da una valanga di messaggi. Parole di vicinanza rivolte anche dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. "La mia solidarietà a Malika, cacciata dalla famiglia e minacciata, senza la possibilità di tornare a prendere gli effetti personali. Questo accade perché è innamorata di una ragazza, e rivendica il diritto a vivere liberamente le scelte affettive". E anche sul fronte giudiziario risulta che la Procura di Firenze stia indagando per violenza privata

La comunità castellana, con il sindaco Alessio Falorni in testa, ha attivato una catena di solidarietà che sta dando forza e speranza alla ragazza. Chiunque potrà lasciarle un regalo, un contributo, scriverle un biglietto. Domani pomeriggio al Centro Antiviolenza Binario Donna, alla stazione di Castelfiorentino, due operatrici raccoglieranno le donazioni che consegneranno a Malika. Falorni ieri ha parlato con i genitori della giovane. "A loro – fa sapere il sindaco – ho esposto la difesa di un principio, cioè che una persona non può essere rifiutata e discriminata per il suo orientamento sessuale. E questo deve essere garantito". Falorni ha chiesto anche riserbo. "Si tratta – aggiunge il sindaco – di una vicenda dolorosa per entrambe le parti".  

Malika è tornata a sorridere e ringrazia coloro che la stanno aiutando. Come la cugina, Yasime Atil che ha aperto una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme, dove chiunque può lasciare un contributo. In poche ore la campagna ha raggiunto il traguardo di 10mila euro con oltre 600 donazioni. Malika ha affidato a Facebook il suo pensiero. "Grazie – scrive - Per una parola, un gesto, un abbraccio virtuale. Vi leggo tutti, siete tanti. Vi chiedo di non dimostrare odio, offese e parole brutte verso i miei ’genitori’, per quanto siano anche comprensibili".

L'indagine

Un'inchiesta per violenza privata, partita in seguito alla denuncia per violenza privata e inosservanza degli obblighi di assistenza familiare da parte di Malika, è stata aperta dalla Procura di Firenze. Sulla base della denuncia presentata dalla giovane ai carabinieri della compagnia di Empoli il pm Giovanni Solinas ha delegato accertamenti per stabilire se siano stati commessi reati. I militari erano intervenuti nel momento in cui la ragazza non era potuta rientrare nell'abitazione della famiglia in quanto i genitori avevano cambiato la serratura.