
Orchestra del Maggio (foto da www.maggiofiorentino.com)
Firenze, 22 aprile 2022 – Con il Nabucco di Verdi, rappresentato il 22 aprile 1934 al Teatro Comunale, veniva inaugurata la prima edizione del Maggio Musica Fiorentino, il più antico d’Italia. Primato che in Europa condivide con i festival di Bayreuth e Salisburgo.
Il Nabucco venne diretto dal maestro Vittorio Gui, in scena un cast composto da Gina Cigna, Ebe Stignani, Carlo Galeffi e Tancredi Pasero. Il nome’Maggio’ trae origine dal Calendimaggio, una delle più antiche tradizione fiorentine, che si consumava tra banchetti e canti in una città ornata a festa con fiori ovunque. Il mercato contadino apriva i banchi in piazza Santissima Annunziata, i più giovani erano soliti portare rami fioriti detti ‘maggi’ alle loro innamorate, mentre le giovani sfilavano per le strade con una coroncina di fiori sul capo. In questo periodo, che celebrava l’arrivo della primavera, in Toscana, e a Firenze in modo particolare, si era soliti il ‘cantar maggio’, e le feste musicali si chiamavano appunto ‘maggiolate’.
Nel solco di questa tradizione, il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano e il maestro Vittorio Gui, diedero vita al Festival del Maggio. L’orchestra del Maggio era la Stabile Orchestrale Fiorentina, nata nel 1928 e destinata ben presto a diventare una delle orchestre più importanti di tutta Europa. Da parte sua il prestigioso festival divenne un’assoluta eccellenza e punto di riferimento per la musica classica ospitando i massimi musicisti, direttori d’orchestra, artisti e registi, che nel corso degli anni si sono avvicendati sul palcoscenico del glorioso Teatro Comunale, ora del Teatro del Maggio. Al primo direttore Gui subentrarono i maestri Mario Rossi, Bruno Bartoletti, Riccardo Muti, Zubin Mehta che resta direttore emerito a vita, Fabio Luisi e Daniele Gatti.
Nasce oggi
Vladimir Nabakov nato il 22 aprile 1899 a San Pietroburgo. È stato scrittore, critico e drammaturgo. Ha detto: “La nostra vita non è più che un corto circuito di luce tra due eternità di oscurità”.