Giani: "In Toscana no lockdown e zone rosse, a meno che non le decida Roma"

Il presidente regionale esclude aree isolate e cittadini a casa "se non lo prevederà il nuovo dpcm"

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Firenze, 1 novembre 2020 - «In Toscana non ci saranno lockdown zone rosse, a meno che non siano imposte dal governo sul territorio nazionale". Sono le parole del governatore toscano Eugenio Giani. Anche se cozzano con i dati che emergono dai bollettini quotidiani (ieri 2.540 nuovi casi: risulta positiva una persona su quattro che effettua il tampone per la prima volta), dalle analisi degli epidemiologi (si teme che con un nuovo raddoppio di casi nella prossima settimana il sistema ospedaliero possa andare rapidamente in crisi) e dalla constatazione della delicatissima situazione negli ospedali. A Firenze, nelle strutture dell’Asl, sono esauriti i posti sinora allestiti: i direttori sanitari fanno salti mortali per aprire nuovi reparti Covid e per trovare il personale. Tra l’altro in Toscana circa 500 operatori sanitari sono risultati positivi e costretti all’isolamento. Presidente Giani, Milano va verso il lockdown. Anche altre grandi città ci stanno pensando. Il governo lavora a un nuovo Dpcm per limitare ancora spostamenti e contatti. Lei esclude ulteriori provvedimenti restrittivi in Toscana? "Assolutamente sì, a meno che non vengano decisi dal governo per tutto il territorio nazionale". Qual è la sua strategia? "Osservare e gestire tutto con il massimo equilibrio. C’è un’esigenza di salute da affrontare con il servizio sanitario. Contemporaneamente dobbiamo garantire il sistema sociale ed economico. Quindi, nei limiti di quanto è consentito dall’emergenza, lasciare libere le persone". Crede che sia sufficiente? "E’ la gestione di un equilibrio complesso. Sono convinto che dobbiamo ampliare l’offerta del nostro sistema sanitario e offrire nell’arco delle prossime settimane almeno altri mille posti letto, oltre ai 6.000 già previsti nel piano di espansione per l’emergenza ospedaliera". Si riferisce alle stanze degli alberghi sanitari per le quali ha trovato un accordo con le categorie su 1.500 posti? "No, parlo di mille posti in più da reperire in ospedali dismessi o in strutture ora diversamente utilizzate". Tipo all’ostello di San Rossore? "Quella potrebbe essere una situazione ideale. Sono stato a visitare la struttura: ci sono tutte camerette con due o tre letti. Si presta bene. Poi con la protezione civile andremo a fare un sopralluogo a Villa Monna Tessa di Careggi e, sempre a Firenze, al vecchio ospedale San Giovanni di Dio in borgo Ognissanti. Ma poi penso anche a Pisa, Prato. In queste strutture garantiremo una presenza fissa di medico e infermiere". Però molte sono strutture chiuse da tempo: non sarà facile rimetterle a norma in pochi giorni... "Domani stesso faremo i sopralluoghi, sono convinto che si potranno reperire mille posti in poche settimane nelle strutture più adeguate". E per le terapie intensive? "Non c’è una crisi di posti, anzi adesso molti sono occupati da persone che, in caso di necessità, potrebbero essere spostati nei reparti Covid assistiti da adeguata terapia di ossigeno". Però le Asl lamentano carenza di personale.. "Abbiamo assunto a tempo indeterminato 5.000 operatori. E nello specifico 2.825 infermieri, 1.629 operatori socio sanitari, 79 assistenti sanitari, 128 tenici di laboratorio, 317 medici. Nelle prossime settimane saranno assunti altri 400 infermieri dalle graduatorie esistenti, mentre sono esaurite quelle per i medici e sono stati già banditi i nuovi concorsi". Molti sono serviti a coprire carenze, pensionamenti, altri erano già presenti con contratti a termine... "Non scherziamo, siamo la Regione che dall’inizio dell’epidemia ha assunto più personale". I medici di famiglia faranno i tamponi? "Li incontrerò al più presto. Per definire tutti gli aspetti assistenziali. Certo che non possono chiedere 11 euro per ogni tampone eseguito".