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Arezzo, 1 giugno 2025 – Un bellissimo progetto sperimentale di sensibilizzazione alla lingua italiana dei segni (LIS) è stato promosso nella Scuola dell’Infanzia Acropoli di Arezzo.
In occasione della Festa di fine anno, venerdì 30 maggio i bambini hanno potuto cantare e "segnare" una divertente canzone dal titolo Come un pittore inerente al tema della programmazione annuale sull'arte.
I bambini hanno imparato a cantare anche con le mani e lo hanno fatto esibendosi davanti a maestre, genitori e nonni.
In fondo un piccolo grande segno può fare sempre la differenza!
È quanto ritiene la Maestra Immacolata Bosco della scuola dell’Infanzia Acropoli che assieme alle colleghe Chiara Canoschi ed Angela De Fazio ha avviato un innovativo progetto di introduzione della Lis (la lingua italiana dei segni) come strumento di comunicazione, inclusione e crescita relazionale per bambini da 0 a 6 anni.
Una grande mano all’integrazione tra bambini che spesso arrivano da lingue e culture diverse.
“Un percorso sorprendentemente efficace – afferma la Maestra Immacolata Bosco - una scommessa semplice di offrire un canale espressivo in più (visivo e corporeo) a bambini”.
“I nostri bambini hanno cominciato ad utilizzare i segni con facilità - continua l’amatissima Maestra Immacolata – anche per esprimere bisogni quotidiani, emozioni e concetti legati alla routine come il cibo, l’igiene, la famiglia”.
“Insegnare la LIS (Lingua Italiana dei Segni) ai bambini può essere fatto attraverso vari approcci, tra cui giochi, attività ludiche, canzoni, app e corsi specifici – interviene la Dirigente Scolastica dell’I.C. Cesalpino Sandra Guidelli - l'importante è rendere l'apprendimento divertente e stimolante, coinvolgendo il bambino in attività interattive”.
“La LIS è lingua vera e propria riconosciuta dallo Stato italiano con una ben definita struttura fonologica, morfologica e sintattica – aggiunge Sandra Guidelli - la differenza della lingua italiana parlata, è solamente visiva. Spiegare cos'è la LIS a scuola e insegnarla è fondamentale per creare un ambiente accogliente e fornire uno strumento utile per una comunicazione che possa andare oltre la parola parlata”.
Per Arezzo si tratta di un progetto sperimentale unico.
I 35 bambini della Scuola dell’Infanzia Acropoli che hanno partecipato al progetto hanno mostrato molta curiosità verso i segni con una maggiore attenzione, una straordinaria coesione del gruppo, il miglioramento della comunicazione e un senso condiviso di appartenenza.
“I nostri bambini hanno confermato quanto il linguaggio dei segni possa essere uno straordinario strumento di comunicazione – conclude Immacolata Bosco - una buona pratica educativa che potrebbe diventare un modello replicabile in altri contesti”.