LUIGI CAROPPO
Cronaca

"Lavoro e diritti. E la Toscana sarà più equa"

Allarme Cisl, il segretario toscano Ciro Recce rilancia concertazione e questione lavoro: "Più equità sociale"

"Lavoro e diritti. E la Toscana sarà più equa"

"Lavoro e diritti. E la Toscana sarà più equa"

Firenze, 21 marzo 2022 - Basta politica degli annunci, la mediazione sociale è sempre fondamentale, la concertazione è un valore da ricercare e non da cancellare. E ancora Toscana dai diritti ancora da conquistare fino in fondo mentre c'è molto da fare ancora per il pieno rispetto  della sicurezza sul lavoro e per cancellare lo schiavismo del terzo millennio.

Ciro Recce, segretario toscano della Cisl, delinea la strategia alla vigilia del congresso regionale del sindacato, accendendo i riflettori su una classe politica incapace di guardare oltre e troppo ripiegata su se stessa in un'epoca in cui la disuguaglianze sociali si accentuano.   Segretario, la Cisl Toscana da lei guidata più volte ha criticato la mancata concertazione con le istituzioni. In primo luogo con la Regione Toscana. Questo scenario è abituale? "Nonostante le sollecitazioni è cambiato poco; con alcuni assessori si dialoga, si condividono idee e progetti; in generale manca un vero confronto che ci consenta di entrare nel merito degli obiettivi, delle scelte che si intendono fare per la crescita, lo sviluppo, l’occupazione, l’inclusione sociale". Perché? La concertazione non è più un valore condivisibile? Non gli si dà un valore anche strategicamente efficace? "Il modo giusto sarebbe quello di individuare i problemi, le criticità e avere la capacità di superarle insieme in un corretto confronto democratico, nella ricerca della soluzione migliore, mentre c’è stata e per alcuni ancora persiste, l’idea che la politica non abbia più bisogno di mediazione sociale e che si possa puntare sempre più ad una democrazia diretta. L’idea o se volete l’illusione di potersi liberare dei corpi intermedi, è stata un’esercitazione che hanno provato a fare in tanti, non ci sono riusciti e non ci riusciranno". La Toscana dei diritti. Tante volte si dice e si sbandiera. E' davvero così? "Sulla carta si. Ma disuguaglianze economiche, sociali, culturali, tecnologiche, digitali, occupazionali, generazionali, di genere coinvolgono in maniera significativa anche la nostra regione. Le persone che hanno chiesto l'aiuto dei servizi sociali, delle diocesi, delle associazioni di volontariato della Toscana sono aumentate notevolmente; migliaia di famiglie si sono rivolte per la prima volta nella loro vita alle strutture di assistenza. Diseguaglianze che rischiano di accentuare squilibri demografici del Paese, con ricadute sui progetti di vita. Dobbiamo intervenire con urgenza con politiche mirate a favore delle famiglie". A Prato, e non solo, ci sono sacche ancora di schiavismo. "Nel mercato del lavoro c’è ancora molto da fare, dobbiamo agire in maniera decisa, convinta, condannando e superando lo sfruttamento di forme di lavoro solo apparentemente legali, il lavoro irregolare e il lavoro nero, mettendo in campo misure che contrastino il caporalato. Servono interventi sulle centinaia di contratti pirata che danno luogo a fenomeni di dumping contrattuale. Questi sono gli interventi necessari, mentre si parla tanto di una legge sul salario minimo che rischia di far perdere più che acquisire tutele per la vita dei lavoratori: diritti come previdenza, malattia, infortunio, maternità, ferie, che solo il contratto è in condizioni di garantire". Incidenti sul lavoro, tragedia che non si arresta. Tra poche settimane si ricorda Luana, la giovane operaia morta in un orditoio a Montemurlo. "Le norme sulla sicurezza ci sono, ma non è sufficiente avere buone leggi se non si è capaci di farle rispettare. Ad ogni infortunio si parla di tragica fatalità; forse è l’ora di dire basta, di tragico c’è soltanto il non rispetto delle regole, la mancata formazione, la mancata informazione, la scarsità di controlli. Formazione, informazione, addestramento, insieme a più ispezioni nei luoghi di lavoro, evitando che la competitività si giochi sulla riduzione dei diritti, sono le armi per far arretrare gli infortuni sul lavoro". Toscana che riparte. Fondamentali Pnrr e infrastrutture. Che prospettive vede? "La dotazione infrastrutturale della Toscana presenta grandi criticità, non è in grado di soddisfare le esigenze espresse dai vari settori economici, dai cittadini e dai flussi turistici. Ora guardiamo alle risorse del Pnrr, ma finora non siamo stati in grado di imporci per far completare neppure le opere già finanziate. Completare una infrastruttura è quasi sempre un percorso ad ostacoli, si tende a far prevalere la logica dell’interesse particolare rispetto all’interesse generale. E’ l’ora di smetterla con la politica degli annunci, dei nuovi progetti sempre diversi. Decidiamo che strada si intende portare avanti, ma quando si parte non si torna più indietro, non si mettono più in discussione progetti e lavori. Questi continui cambi di marcia non possiamo più permetterceli, tutto serve tranne che frenare, stare fermi, aspettare non si sa bene chi o cosa, è un lusso che non ci è più concesso". L'altro giorno Confindustria toscana ha chiesto il congelamento del Pnrr. D'accordo? "Il Pnrr ha molte misure, alcune delle quali vanno attuate il prima possibile; penso ad esempio al rafforzamento le politiche attive del lavoro, all’inclusione sociale, al potenziamento dell’assistenza domiciliare per gli anziani, la telemedicina e l’assistenza remota, l’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzature per diagnosi e cura. Su queste, come su tante altre, non ci possiamo permettere di perdere ulteriore tempo. Per altre, dove incide la difficoltà di reperire le materie prime e i costi elevati, ritengo sia opportuno riflettere su possibili rinvii". Caro energia, caro materie prime, caro carburanti. Come se ne esce? "Siamo troppo dipendenti dagli altri paesi, abbiamo in passato detto troppi no. No al nucleare, ai rigassificatori, ai termovalorizzatori, al Tap, alle trivelle, alle pale eoliche e abbiamo affrontato il tema delle energie rinnovabili con scarsa determinazione e pochi investimenti. Invertire il senso di marcia e cominciare a programmare un cambio di passo, richiederà anni. Nell’immediato servono aiuti per i lavoratori, ai pensionati, a cui l’inflazione erode il potere di acquisto, e alle imprese. Intervenendo in maniera drastica su chi specula e chi froda. A proposito di energia, la nostra è l’unica regione a poter contare sulla geotermia, una fonte rinnovabile fondamentale. Ora più che mai è necessario accelerare le procedure per la proroga delle concessioni in scadenza: l’attuale gestore ha presentato un piano quindicinale da 3 miliardi di euro, con nuove centrali e l’ammodernamento di quelle già presenti. È una grande opportunità, per l’ambiente, la transizione ecologica, l’occupazione e per la riduzione della dipendenza energetica".