
Laura Chiatti
Firenze, 2 maggio 2023 - “Tutta pubblicità. E pure gratis”. Va diritto al punto Vincenzo Scalia, sociologo dell’Università di Firenze. Con lui cerchiamo di riflettere sul siparietto familiare, andato in onda a Domenica In, tra Laura Chiatti ed il marito Marco Bocci.
“Io non tollero l’uomo che si mette a fare il letto, a dare l’aspirapolvere. Io proprio non lo posso vedere; sono all’antica in questo senso. Mi abbassa l’eros, me lo uccide”, ha affermato l’attrice. Servendo così su un piatto d’argento la polemica social. Nulla di nuovo per Scalia: “Chiatti aveva bisogno di visibilità per il suo nuovo film. E c’è riuscita in pieno. Dalle mie parti si dice, ‘parlane male, parlane spesso’”.

Domanda concordata? “Può darsi - dice Scalia -. La tv ci fa vedere solo la punta dell’iceberg. È probabile che sia stata tutta una strategia pubblicitaria”. Magari Bocci imbraccia l’aspirapolvere da mattina a sera? “Può anche essere così”, ride Scalia.
Che aggiunge: “E’ un dato di fatto che in certe trasmissioni radiofoniche ‘urlate’ gli autori vadano a cercare i profili social più aggressivi per invitare poi le persone ad intervenire, alla loro maniera, nel dibattito. Tutto è nato dai talk show per poi arrivare ai reality. Il pubblico viene sollecitato ad intervenire sempre e comunque, su fatti che riguardano altre persone. Un meccanismo che i social amplificano, fino a far deflagrare questa bomba iper-mediatica”.
“Mi aspetterei più commenti indignati riguardo ai tanti fatti orribili che ci raccontano le cronache - dice il professore -. In casi come questi, il commento più piccato dovrebbe evidenziare l’inopportunità di andare a raccontare certe dinamiche di coppia in tv. Ormai mi pare abbastanza acquisito il concetto che anche l’uomo debba collaborare in casa, dove deve esserci cooperazione. E poi ci sono così tanti uomini single…. Insomma, per forza di cose bisogna saper far tutto o quasi”.
Anche la pubblicità ci mostra sempre più uomini alle prese con il mocio e la lavatrice…. “Se è per questo, il primo uomo con l’aspirapolvere che mi viene in mente è Freddie Mercury. Dunque, si parla di 40 anni fa”, risponde Scalia. “L’unica cosa positiva che trovo in questo dibattito - conclude il docente, - va ricondotta al fatto che in questo momento drammatico ci vuole un po’ di ironia per far riacquisire un po’ di senso critico alle persone”.