La sfida di Firenze, Montanari si ritira. E’ rimasto senza alleati: "Vincono gli egoismi"

Il rettore senese e punto di riferimento dell’associazione "11 agosto" getta la spugna: non sarà creato a sinistra un polo alternativo al Pd: "Ma la mia battaglia va avanti”

Tomaso Montanari (foto Ansa)

Tomaso Montanari (foto Ansa)

Firenze, 27 aprile 2024 – Tomaso Montanari alza bandiera bianca. Alle comunali di giugno non ci sarà una lista ispirata ai valori e alla visione di “11 agosto“. L’annuncio è arrivato ieri, dopo settimane di appelli, attese e ultimatum. Ma l’esperienza dell’associazione ideata dal rettore dell’Università per Stranieri di Siena, per cercare di cambiare la politica cittadina, è tutt’altro che conclusa: diversi, infatti, saranno gli appuntamenti organizzati dallo storico dell’arte per tenere vivi quei valori che hanno portato alla costituzione del movimento. "Siamo nati con un appello a sortirne insieme, e continueremo a lavorare- più di prima, e meglio di prima. Per costruire quest’altra politica", è scritto nel documento che ufficializza la scelta.

Professor Montanari, alla fine ha dovuto arrendersi e rinunciare al suo progetto di unire la sinistra critica che non si riconosce nella politica portata avanti dal Pd.

"Non avevamo merci di scambio, non siamo un partito: avevamo buone ragioni, l’aspirazione di molte persone a un’alternativa al presente di Firenze che non fosse questa destra. Ma la nostra onesta nudità, la forza della nostra trasparente ingenuità, non è bastata. E spaccare, dividere, distruggere ancora facendo un’altra lista solitaria non è per noi un’opzione: siamo nati per costruire".

Che cosa è successo?

"Hanno prevalso tatticismi, egoismi, miopie e piccoli calcoli. I piccoli re hanno ancora i monolocali su cui regnare: auguri a loro. E a noi".

Tutta colpa dei 5 stelle e di Sinistra Progetto Comune, che correrà da sola con il candidato sindaco Dmitrij Palagi?

"Sinistra Progetto Comune non ha mai voluto nemmeno aprire un confronto serio che comprendesse Firenze democratica: un veto per noi inaccettabile. I Cinque Stelle fiorentini erano in grandissima parte con noi: ma Roma faceva altri calcoli, in un andreottismo che rischia di essere per loro un grande boomerang. La cosa più impressionante è lo scollamento tra ‘popoli’ e gruppi dirigenti: l’astensione sarà alta".

Quando dice che non lavorerà per consegnare la città ai fascisti, cosa significa? Che appoggerà Sara Funaro in un eventuale ballottaggio?

"Il voto è libero e segreto, ognuno deciderà nel chiuso della sua coscienza, alle prese con la sua nausea. In me la pregiudiziale antifascista è viva: mai viva come oggi".

Abbandonerà il progetto di una sinistra critica e anti Pd confederata? O vi preparerete per le regionali del prossimo anno?

"Il progetto è più ambizioso, lo abbiamo detto fin dall’inizio: cambiare il modo di fare politica, cambiare proprio questo groviglio di interessi e calcoli che fanno perfino dimenticare la ragione per cui crediamo che la politica sia sortirne insieme. Per arrivarci la strada è lunga, e passa da una formazione politica collettiva, dalla capacità di costruire forme di mutualismo, dalla forza e dalla pazienza di cucire, dare spazio, dare ascolto, dare tempo. Lo faremo, come 11 agosto. Abbiamo provato a tenere insieme i pezzi della realtà com’è: non funziona. Lo abbiamo capito, anche per le Regionali".

Si sente di aver fallito?

"Certo: faccio mio il manifesto morale e culturale di Samuel Beckett: “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio”. Cambiare lo stato delle cose, anche a sinistra non è certo facile. Ma continueremo a provarci, per altre strade".

Continueremo a sentir parlare di 11 Agosto? Oppure c’è una sorta di rompete le righe?

"Tutto il contrario di un rompete le righe! Ci sarà presto una grande assemblea pubblica per parlare di tutto questo e parlare soprattutto di futuro. Poi, il 20 maggio ci vedremo al Teatro Florida per ascoltare i Messaggi da Gaza, per una lettura corale che il drammaturgo Hossam al-Madhoun di Theatre for Everybody a Gaza, ormai sfollato a Rafah, invia ai suoi colleghi di tutta Europa. E il 28 maggio discuteremo del fatale progetto di autonomia differenziata, intorno al libro di Francesco Pallante. Questa storia è appena iniziata!".