L’Almanacco del giorno: 1 agosto 1976 l’incidente di Niki Lauda segna la storia della F1

Quel giorno si apre una delle pagine sportive più avvincenti della storia dell’automobilismo tra Lauda e l’amico-rivale James Hunt

Niki Lauda

Niki Lauda

Firenze, 1° agosto 2021 - Erano in molti a pensare che, in quelle condizioni, quel 1° agosto del 1976, non si dovesse correre nessun Gran Premio. Un violento acquazzone si era rovesciato su tutto il circuito, rendendo la pista quasi impraticabile. Prima della gara si accese un’animata discussione tra i piloti che erano favorevoli a gareggiare, e coloro, come Niki Lauda, che erano invece meno convinti, e più propensi a rinviare o annullare la corsa. Alla fine, anche se tra le polemiche e i rischi, il Gran Premio di Germania iniziò. Ma dopo pochi chilometri di gara, complice una ‘toccata’ sul cordolo, Lauda perde il controllo della sua Ferrari rimanendo vittima di un drammatico incidente che segnò la storia della Formula 1.

È un attimo: le fiamme avvolgono la Rossa che rimbalza come un proiettile in mezzo alla pista. Si vivono attimi di puro terrore mentre si resta col fiato sospeso, nel guardare gli altri piloti estrarre Lauda dall’abitacolo in fiamme. È grazie a loro che il campione della Ferrari riuscirà a salvarsi. Senza il casco però, che era schizzato via nell’impatto, il suo volto venne esposto alle fiamme. Trasportato in ospedale in condizioni gravissime, dopo aver inalato i fumi velenosi sprigionati dai vapori di benzina, porterà per sempre sul suo viso i segni delle ustioni riportate in quel drammatico incidente. Quello che poteva essere la fine di una storica competizione, ha aperto invece una delle pagine sportive più avvincenti della storia dell’automobilismo. Quel drammatico incidente -  che portò a un aumento della sicurezza in Formula 1 - riaprì il discorso iridato di quella stagione. Avvenne infatti nel bel mezzo di una gara nella gara, quella tra l’inglese James Hunt e l’austriaco Niki Lauda, proprio quando la loro competizione era incandescente.

E fu proprio grazie alla grande rivalità con Hunt, che Lauda superò i suoi limiti e, appena 42 giorni dopo l’incidente, nonostante le ferite e il dolore, e con la testa ancora avvolta dalle bende insanguinate, torna al volante della sua monoposto per gareggiare a Monza, dove arriverà quarto portando a termine una gara semplicemente eroica. Tra Hunt e Lauda si riaccende la corsa al titolo mondiale: al termine della stagione solo uno di loro potrà sollevare al cielo trionfante la coppa di Campione del Mondo. La loro storica rivalità inizia presto, fin da quando s’incontrarono per la prima volta sui circuiti di Formula 3. Avevano un modo di guidare, e di vivere, estremamente diverso l’uno dall’altro: Lauda è metodico e razionale, soprannominato il ‘computer’ a sottolineare le sue capacità di lucido calcolatore delle corse, mentre James, donnaiolo e amante della vita mondana, era detto Hunt The Shunt, ‘ lo schianto’, a causa dei suoi frequenti incidenti per la guida aggressiva e spericolata. Ma nel loro rapporto di forte competizione, e anche di grande stima, c’è anche una reciproca, segreta ammirazione.

L’ultima gara di quel mondiale, in cui si decide chi vincerà il titolo, si disputa sul circuito del Fuji, in Giappone. E ancora una volta la pioggia battente rende il circuito impraticabile. Le condizioni della pista sembrano troppo pericolose al pilota austriaco, che rientra ai box: decisione della quale non si pentì mai. Grazie a quel ritiro, il rivale-amico James Hunt vincerà, con un punto di vantaggio su Lauda, quello che sarà l’unico titolo mondiale della sua vita. Una storia che sembra un film, e che infatti anche il cinema ha raccontato nell’appassionante ‘Rush’ di Ron Howard . Nell’albo d’oro dei campioni diventati leggenda, a Lauda e Hunt spetta un posto d’onore tra le stelle della Formula 1. Ebbero due vite e due destini diversi: James Hunt, bello e maledetto, morirà a soli 44 anni. Poche ore prima, nel bel mezzo di una partita di biliardo a casa di un amico, telefonò alla sua donna per chiederle di sposarlo. Niki Lauda, tre volte campione del mondo e uno dei più grandi eroi dello sport, morirà a 70 anni. Per il suo ultimo viaggio, ha voluto essere sepolto nel cimitero di Vienna con addosso la tuta della Ferrari.

Nasce oggi

Giancarlo Giannini, nato il 1° agosto 1942 a La Spezia. Attore, doppiatore e regista di successo internazionale. Ha dichiarato: “Tutti in realtà siamo attori anche nella vita e tutti possiamo farlo. Ma se provi a contarli nel mondo, quelli bravi sono sulle dita di una mano”.

Maurizio Costanzo