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Cronaca

Intelligenza artificiale e privacy: a rischio i dati personali in rete. Sharenting, pericolo per i bambini

La vicepresidente dell’Autorità garante Cerrina Feroni spiega l’effetto bomba dei nuovi sistemi che raccolgono informazioni senza il consenso. Profilazione degli individui e manipolazione del pensiero

Ginevra Cerrina Feroni

Ginevra Cerrina Feroni

Firenze, 27 maggio 2024 – Privacy e intelligenza artificiale, opportunità, rischi e sfide, un focus promosso dall’Autorità Garante per la Privacy oggi a Villa Bardini a Firenze per sviluppare un confronto costruttivo con i principali stakeholder pubblici e privati sul futuro della protezione dei dati in un mondo caratterizzato dall’innovazione tecnologica.

Sarà Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante, ad aprire i lavori dopo i saluti del presidente Pasquale Stanzione.

Quali sono le principali preoccupazioni in materia di privacy legate all’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data?

"L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla privacy e più in generale sui diritti fondamentali – risponde la vicepresidente – è enorme. In materia di privacy, le preoccupazioni principali sono legate alla vasta raccolta di dati, anche personali, dalla rete per addestrare questi sistemi senza il consenso degli interessati. Inoltre, gli ultimi sviluppi di queste tecnologie stanno portando a una profilazione dell’individuo senza precedenti e a forme inedite di manipolazione del pensiero”.

Come si conciliano le esigenze di sicurezza nazionale con la protezione della privacy dei cittadini?

"Come costituzionalista, non penso che la privacy sia un diritto tiranno che debba prevalere su tutti gli altri valori. Ci sono interessi pubblici, come la sicurezza nazionale, che meritano di essere realizzati. Tuttavia, è fondamentale trovare un punto di equilibrio. Ricordiamoci infatti che la linea di confine tra sicurezza e sorveglianza di massa spesso è davvero labile”.

Quali sono le prossime sfide che vede per la privacy nei prossimi anni?  

"Il G7 dei Garanti Privacy si concentrerà sull’intelligenza artificiale. L’obiettivo è elaborare una risposta comune per una circolazione responsabile dei dati personali, per uno sviluppo dell’intelligenza artificiale nel rispetto dei diritti fondamentali e promuovere una più stretta cooperazione tra Garanti Privacy a livello globale. Queste sono sicuramente le sfide principali per il futuro”.

Può farci qualche esempio recente di intervento significativo del garante della privacy?  

"Mi viene in mente la recente sanzione al Comune di Trento per aver realizzato, tramite l’uso di sistemi di intelligenza artificiale, delle forme di sorveglianza negli spazi pubblici nell’ambito di due progetti di ricerca scientifica (l'esperimento riguardava punti strategici e luoghi di culto della città, oltre al monitoraggio antiterrorismo via social ndr). Ci siamo dimostrati come sempre aperti al dialogo ma abbiamo dovuto stigmatizzare questa iniziativa di uso dell’intelligenza artificiale in violazione delle norme privacy”.

Uno dei temi più attuali sul fronte della privacy è la condivisione sui social media di immagini dei propri figli (sharenting).

"Lo sharenting è da tempo alla nostra attenzione. Si parla tanto di educazione digitale nelle scuole, ma anche gli adulti devono comprendere i grandi rischi legati all’uso delle nuove tecnologie. Una volta esposti in rete, i figli sono soggetti a gravissimi pericoli, come l’uso in termini pedopornografici della loro immagine o l’adescamento sessuale”.

Attenzione, dunque, a postare foto di compleanni e recite di bambini.  

"Certo. Diffondendo anche foto innocenti, che catturano un momento felice, le famiglie divulgano informazioni sensibili sulle abitudini dei figli. E condizionano magari per sempre lo sviluppo della loro identità e le loro future relazioni sociali e lavorative. Anche per queste ragioni, come Garante caldeggiamo di estendere le tutele ora previste per il cyberbullismo anche allo sharenting”.

E se una persona si ritrova fotografata sui social senza il proprio consenso? Fino a che punto arriva la sfera privata di un semplice cittadino?

"Un comune cittadino può invocare diverse tutele se si ritrova fotografato senza il suo consenso in rete e nei social media. Può chiedere al gestore del social network di rimuovere l’immagine, invocando il diritto alla cancellazione dei propri dati. In caso di diniego, può proporre reclamo al Garante della Privacy. Come Autorità siamo infatti a presidio del diritto fondamentale alla protezione dei dati di tutti, cittadini comuni inclusi”.

All’incontro di oggi a Firenze interverranno Luciano Violante (presidente Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine Ets), Francesco Caio (presidente Caio Digital Partners) e Luigi Rebuffi (segretario generale Ecso, European Cyber Security Organisation).