"Quel dirigente è troppo zelante, va rimosso"

Nelle carte, le triangolazioni tra conciari, sindaca di Santa Croce e rappresentanti del Pd della provincia pisana (con tanto di chat dedicata)

Intercettazioni (foto di repertorio)

Intercettazioni (foto di repertorio)

Firenze, 18 aprile 2021 - Puntavano a interloquire con Gaia Checcucci, fiorentina, (ex) dirigente del ministero dell’Ambiente, l’Associazione Conciatori e il Consorzio Aquarno: l’incontro, che, stando alla ricostruzione degli inquirenti avrebbe dovuto essere propiziato da Ledo Gori, all’epoca capo gabinetto del governatore Rossi. "Perché lui aveva un rapporto migliore con la Gaia", dice il dirigente ambiente Edo Bernini intercettato in una telefonata del 30 novembre 2018 con Nicola Andreanini direttore del settore trattamento acque del Consorzio Aquarno.

L’incontro non ci sarà, perché Checcucci terminerà il suo incarico a Roma. Il tema dei colloqui intercettati fra la fine 2018 e inizio 2019 è l’impianto Aquarno e il ’pericolo’ che il depuratore venga assimilato dalle nuove leggi a un impianto industriale e, in assenza dell’interesse ‘’pubblico’’, necessitasse di una Aia (autorizzazione integrata ambientale): più costi e più rischi, anche penali, in caso di emissioni inquinanti. C’è anche il problema delle deroghe e dei funzionari: oltre ad Alessandro Sanna, anche Simona Migliorini non sembra intenzionata «a prendere determinazioni che non ostacolassero i conciatori» che, dicono Bernini e Gori «alzavano sempre il prezzo», facendo leva «sull’atteggiamento di benevolenza tenuto dal presidente (Rossi, ndr) nei loro confronti».

Bernini teme una reazione della Migliorini se si tira troppo la corda: «perché poi quella lì gli dice: lo sai icche?.. lo firmi te l’atto! E lì si ritorna nei casini». Secondo il gip che ha firmato gli arresti e le misure interdittive per il gotha delle conce di Santa Croce, l’affermazione di Bernini è «emblematica, perché evidenzia la consapevolezza, da parte del Bernini e del Gori, del fatto che una deroga agli scarichi tabellari era atto non giustificato in alcun modo e che per questo motivi la dirigente Migliorini non se ne sarebbe forse voluta assumere la responsabilità».

Sanna è l’altro dirigente ’ostacolo’ che i conciatori cercano di rimuovere. La sindaca di Santa Croce Deidda fa da grimaldello: lei, che dialoga in una chat con i consiglieri regionali di zona Alessandra (Nardini), Andrea (Pieroni) e Antonio (Mazzeo), procura all’associazione conciatori proprio un colloquio con quest’ultimo, diventato presidente del consiglio regionale. L’incontro, avviene il 25 novembre scorso. E viene captato da un ‘trojan’. «Gliozzi (Aldo, direttore associazione Conciatori) informava il politico che nell’ufficio Arpat di Pisa la dirigente ‘’delegava molto Sanna’’, un funzionario che ‘’limitava categoricamente ogni loro iniziativa” e che ‘’andava promosso’’ e che ‘’trovava problematiche o le inventava”. La sindaca di Santa Croce, presente anche lei al colloquio, confermava che «a loro Sanna creava un problema». Dopo quella chiacchierata, qualcosa cambia. Il 15 dicembre, Andreanini commenta con Gliozzi un incontro con lo stesso Sanna. «E’ diventato troppo buono», dice Andreanini. Per l’altro, è probabile che «qualcuno gli abbia tirato gli orecchi e gli abbia fatto una telefonata».