Incidente ciclisti Grosseto, chi sono i morti: in ricordo di Nilo, Roberto, Antonio, Mario

La tragedia in Maremma ha sconvolto tutti. A Braccagni un'auto ha investito un gruppo di ciclisti. Nilo Naldini, Roberto Seripa, Antonio Panico, Mario Fiorilli: ecco chi erano le quattro vittime dell'incidente

Grosseto, 15 luglio 2022 - L'incidente a Grosseto ha sconvolto tutti. A Braccagni un gruppo di ciclisti è stato investito da un'auto. Quattro morti, ovvero i tre ciclisti e il guidatore dell'auto. Ma anche sei feriti, uno dei quali grave. I ciclisti morti sono: Nilo Naldini, Roberto Seripa, Antonio Panico, Mario Fiorilli. Ecco chi erano nel dettaglio le quattro vittime dell'incidente. 

Schede e servizi a cura di Andrea Fabbri.

Nilo Naldini, orgoglioso di essere cavaliere del lavoro

Nilo Naldini

Ex carabiniere e Cavaliere del lavoro della Repubblica italiana, Nilo Naldini avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 29 luglio. Dopo aver lavorato per tanti anni al Consorzio agrario di Grosseto era andato in pensione e ne era felice perché avrebbe avuto più tempo per godersi la sua passione di sempre: la bicicletta. Diversi anni fa ottenne l’onorificenza di Cavaliere del lavoro da parte del Presidente della Repubblica ed era una medaglia, quella, che lo aveva reso particolarmente orgoglioso.

Naldini era un grande appassionato della bicicletta e ogni qualvolta ne aveva la possibilità andava a fare lunghe passeggiate, molto spesso proprio con il gruppo di amici con i quali, ieri mattina, ha purtroppo effettuato la sua ultima uscita. Era molto conosciuto a Grosseto, proprio per il suo passato da grande lavoratore. Viveva a Principina a Terra con sua moglie. Ieri mattina lo attendevano al rientro da Massa Marittima anche il fratello Nedo e i suoi tre nipotini. Nilo Naldini, infatti, lascia due figlie, Michela e Simona e tre nipoti.

La notizia della sua morte ha sconvolto tutti, in particolar modo la moglie che è stata circondata dall’affetto dei suoi cari ma che ieri ha vissuto una giornata terribile. A lei e a tutta la famiglia sono giunte le condoglianze di una intera città a cominciare da quelle dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità di Principina Terra.

Roberto Seripa, la bici era la sua vita tra professione e hobby

Roberto Seripa

Roberto Seripa, 71 anni, era conosciutissimo in città in virtù della attività commerciale di famiglia in via Roma. Un negozio di vendita e riparazione biciclette. Un punto di riferimento per tutta la città. Quando ieri mattina è giunta la notizia della disgrazia in tanti si sono portati al negozio dove ultimamente si trovava più il figlio che proprio Roberto Seripa. Tutti a chiedere notizie. Dell’incidente, infatti, si è saputo quasi immediatamente grazie alle notizie diffuse dal sito internet lanazione.it. La nostra edizione online è riuscita a dare conto dell’accaduto quasi in tempo reale, con interviste anche ad alcuni ciclisti facenti parte del gruppo che sono riusciti a schivare la macchina impazzita.

Purtroppo a chi domandava aggiornamenti sullo stato di salute di Roberto Seripa non è stato possibile dare informazioni diverse da quella più dolorosa della morte in una fatalità incredibile, difficile sia da descrivere nella sua drammaticità, sia da capire nella sua dinamica. Seripa era considerato un grande esperto di biciclette. 

A lui si rivolgevano anche i professionisti più esperti per risolvere i più diversi problemi meccanici delle biciclette. Il gruppo con il quale era solito compiere uscite in bicicletta, infatti, era composto sia da amatori delle domenica, sia da veri e propri ex professionisti del ciclismo che continuavano a pedalare per la passione verso questo sport.

Antonio Panico, pedalava con gli amici ogni martedì e giovedì 

Antonio Panico

Antonio Panico era tra i più giovani ciclisti del gruppo. Aveva 56 anni ed era molto popolare a Marina di Grosseto dove aveva la pizzeria Golosa’, anche questa una attività commerciale particolarmente conosciuta. Antonio Panico aveva una passione smodata per la bicicletta e anche lui era spesso insieme al gruppo di amici con i quali ieri era andato a prendere un caffè in sella alle due ruote a Massa Marittima. 

Quasi tutti i martedì e i giovedì, ma anche nel fine settimana quando poteva, partecipava alle escursioni che a volte venivano ideate proprio nella sua pizzeria. Panico teneva a specificare di non essere un ciclista professionista, ma un ciclista della domenica. 

Un amatore, per sottolineare la specificità della parola ’amatore’: perché per lui la bicicletta era proprio un grande amore. Quel suo hobby gli piaceva comunque molto; tanto da dedicargli ogni minuto gli fosse stato possibile. Suo fratello, un ex agente di polizia oggi in pensione, ricorda un altro grande amore che aveva Antonio: il Grifone. Antonio Panico, infatti, era uno dei più grandi tifosi del Grosseto calcio. Panico era anche volontario dell’associazione Humanitas e anche per questo era molto conosciuto non soltanto in città, ma pure nel resto della provincia. Territorio che conosceva molto bene e che amava in maniera profonda.

Mario Fiorilli, un "capocaccia" di grande esperienza

Mario Fiorilli

Un saluto alla moglie Anna e alla nipotina dalle quali sarebbe dovuto tornare poco dopo pranzo. Poi Mario Fiorilli, pensionato di 82 anni è salito sulla sua Panda 4x4 da Montepescali, frazione di Grosseto con direzione Braccagni, incontro al suo destino. Oggi tutta la frazione, dove l’uomo era amato e conosciuto, è distrutta. Fiorilli per anni ha lavorato come operatore alla farmacia dell’ospedale Misericordia di Grosseto, coltivando la passione per la caccia. Era infatti considerato uno degli ultimi ’capocaccia’ della Maremma.

"Questa passione – raccontano i familiari, distrutti dal dolore – lo ha portato ad essere responsabile della riserva di Montepescali". Un paese che l’uomo ha cercato di far vivere nelle piccole iniziative. "Come il canile che gestiva e la sagra di Montepescali a cui teneva tantissimo. Chi l’ha conosciuto, anche per pochi minuti non può dimenticare la sua spontaneità, l’onestà e la sua bontà d’animo".

Fino a marzo era stato consigliere della Società di Mutuo Soccorso. Poi l’82enne si era trasferito nella casa vicino alla piazza principale, insieme alla moglie, per qualche acciacco. In questo modo avrebbe evitato di fare la lunga rampa di scale prima di entrare a casa. A piangerlo è anche Hubert Corsi, deputato alla Camera dal 1983 al 1994. "Mario era mio cugino – lo ricorda – siamo cresciuti e abbiamo giocato insieme. La sua cifra era la caccia. Conosceva ogni anfratto e sentieri di bosco ed era un amante della natura. Una persona capace, volonterosa e buona di animo. Siamo addolorati. Una parola di vicinanza anche a tutte la altre vittime di questa tragedia".