
Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)
Firenze, 19 marzo 2018 - L’insistenza con cui chiedeva il saldo di una fattura per il lavoro svolto era costato a un idraulico fiorentino niente meno che l’arresto per lo stalking. Ma all’esito del processo, conclusosi la scorsa settimana, l’artigiano Gianni Giamberini è stato condannato a quattro mesi, ma non per atti persecutori (per cui gli era stato imposto anche un divieto di avvicinamento alle «vittime»), bensì per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ha inteso farsi valere da solo, insomma, senza aspettare la conclusione di un altro procedimento avviato in sede civile, attivato da lui per riscuotere quei 1700 euro che sono alla base dell’intera disavventura. Il giudice Cannatà ha quindi accolto la tesi della difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Antonio Olmi, riqualificando il fatto nel reato più lieve, nonostante le richieste più elevate del pubblico ministero.
«La difesa ha dimostrato che il luogo, via Accursio, dove il Giamberini si recava asseritamente a stalkerizzare le vittime altro non è che la sede degli uffici amministrativi dove sempre si era recato durante la sua attività lavorativa, assolutamente ignaro che si trattasse anche del domicilio del datore di lavoro – spiega l’avvocato Olmi –. Pertanto, quando si parla nel capo di imputazione di appostamenti e attese sotto casa delle vittime, in realtà si trattava di una ricerca di chiarimenti negli stessi luoghi da sempre frequentati dall’imputato quando i rapporti erano più distesi e soprattuto noti al Giamberini come la sede amministrativa del proprio titolare».
«Nelle more della celebrazione del processo, inoltre, il Giamberini ha recapitato a quello che lui ritiene il suo debitore una dettagliata fattura della propria attività lavorativa prestata con raccomandata, alla quale tuttavia non ha ad oggi neanche ricevuto risposta». «I modi attraverso cui ha agito – prosegue il difensore –, sono stati certamente sbagliati, ma viviamo una contingenza economica molto delicata e lasciare un lavoratore senza stipendio per tutto il periodo di Natale, impedendogli addirittura di confrontarsi sulle proprie richieste economiche ha certamente inasprito gli animi portando ad estreme conseguenze. Con un po’ di buon senso in più – conclude il legale - ambo le parti probabilmente forse si sarebbe potuto evitare quanto accaduto».
ste. bro.