‘I care’: dipingiamo la Costituzione per conoscerla e renderla viva con senso di comunità

Il progetto ideato dalla compagnia teatrale ‘Chille de la balanza’ che rende partecipi bambini, ragazzi, adulti e anziani nella creazione di manifesti sugli articoli della nostra Costituzione

Un manifesto sulla Costituzione affisso in viale Strozzi a Firenze

Un manifesto sulla Costituzione affisso in viale Strozzi a Firenze

Firenze, 30 marzo 2023 – La storica compagnia teatrale ‘Chille de la balanza’ in occasione del centesimo anniversario della nascita di don Lorenzo Milani ha lanciato, all’interno del progetto ‘I care’, l’iniziativa per far conoscere e sentir più propria la Costituzione alla cittadinanza tutta attraverso la pittura dei suoi articoli. Per scoprire di che cosa si tratta abbiamo intervistato Claudio Ascoli, direttore artistico della nota compagnia.

Nell’ambito del vostro progetto ‘I care’ per il centenario dalla nascita di don Milani, com’è nata e come si è realizzata in concreto la vostra idea di far dipingere manifesti aventi per oggetto gli articoli della nostra Costituzione? Chi ne sono stati gli autori, i protagonisti?

“Intanto partiamo dal perché di questa scelta: nasce proprio dall’amore che don Lorenzo Milani aveva per la Costituzione”.

Ascoli ricorda che due libri: il Vangelo e la Costituzione erano a Barbiana sul comodino del priore che riteneva che il Vangelo valesse solo per chi crede in Dio e la Costituzione per tutti e la insegnava ai suoi allievi articolo per articolo. Il direttore artistico precisa: “Noi abbiamo pensato che in un momento in cui c’è un grande dibattito su cosa debba essere la scuola italiana partire dalla Costituzione possa essere un’occasione per ricreare una comunità nel segno di don Lorenzo Milani ed è accaduto.”

In che modo?

“Abbiamo invitato cittadini di tutte le età e di tutte le estrazioni a venire da noi e offrivamo loro un muro, un pannello su cui c’era scritta – articolo per articolo – la Costituzione, una serie di pennelli, di colori e un grande foglio di carta bianco di 1,40 metri per un metro, invitandoli a scegliere un articolo, estraendone le principali parole e provando a inventare un disegno.”

Che tipo di utenza ha aderito all’iniziativa?

“Sono arrivati bambini, ragazzi, anziani, artisti, pittori che hanno collaborato creando immagini particolari e di fatto molte persone hanno riscoperto la Costituzione in questa occasione. Ci ha molto colpito sentire da alcuni: ‘E’ bello ritrovarsi insieme fra generazioni’, perché purtroppo la vita contemporanea quasi impedisce questo.”

Ascoli ci dice che una volta i giovani stavano molto di più in famiglia, “non c’era questa predominanza dei social, della comunicazione virtuale, c’era il racconto del nonno o dello zio, c’erano i pranzi domenicali insieme, una vita associativa molto più frequentata”. E ricorda che in Toscana erano presenti le Case del Popolo come occasioni di incontro per ragazzi, adulti e anziani. “Questo oggi è scomparso”. E continua: “Abbiamo avuto per esempio una risposta incredibile da alcuni ragazzi della scuola superiore che vedendo la prima serie di manifesti affissi nella città hanno loro chiamato i professori chiedendo di informarsi per partecipare alla creazione dei manifesti. E questi ragazzi sono venuti e li hanno fatti. E dopo hanno deciso di fare un progetto su don Milani.”

Dunque è stata grande la partecipazione da parte degli studenti delle scuole?

“Sì molta. Tanto è vero che noi riprenderemo questa iniziativa il 2 iugno, quindi in una giornata simbolica che è la ‘Festa della Repubblica’. Nei giorni 2, 3 e 4 giugno da noi a San Salvi si potrà venire e daremo di nuovo pennelli, carta e colori e pannelli con gli articgoli della Costituzione per rileggerli e inviteremo la cittadinanza a partecipare.”

‘I care’ – ci tengo, mi prendo cura – era il ‘comandamento’ del priore di Barbiana per il quale era fondamentale ‘una responsabilità di tutti verso tutto’. Quanto è attuale oggi questo pensiero e come si inquadra nel vostro progetto di pittura della Costituzione: si può dipingendola conoscerne e farne propri i valori di democrazia, libertà e responsabilità?

“Secondo noi mai come in questo momento c’è un bisogno dal basso di ritrovare comunità perché il vero nodo è provare a dare occasioni nelle quali – diceva don Milani – ‘sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia’”.

E così?

“Noi siamo convinti che dalle difficoltà bisogna sortirne insieme, mai come in questo momento ne abbiamo tantissime: dai migrati, al lavoro, ai problemi della povertà che man mano aumenta e l’unico modo per sortirne è farlo insieme. Don Milani diceva ’I care’ contrapponendolo al ‘Me ne frego’ fascista e come i fascisti dicevano ‘Me ne frego’ noi dobbiamo dire ‘I care’, mi prendo cura. Oggi io direi che ‘I care’ è necessario e probabilmente inattuale: per necessario intendo che indubbiamente oggi non se esce se non prendendosi cura delle persone in difficoltà, di tutta una serie di cose che sono saltate e che invece sono la ricchezza della vita sociale. E’ inattuale perché oggi si tende un po’ a correre ognuno per proprio conto. Questa nostra operazione simbolicamente mettendo insieme generazioni e facendo lavorare insieme in modo libero tutti ha evidenziato la voglia di comunicare, di relazionarsi, di incontrarsi fra le persone”.

E aggiunge: “Io penso che tra l’altro sia stato un modo assolutamente vivo di riscoprire la Costituzione perché è chiaro che nella scuola si parla sempre di educazione civica però è molto – non voglio dire noioso – ma difficile stimolare un giovane a capire".

 E cita poi l’art. 10 della nostra Bibbia del Vivere Civile precisando come un professore gli abbia riferito ad esempio che questo articolo ha fatto nascere in seguito un dibattito in classe sull’accoglienza nel nostro Paese.

“Partendo dalla creazione, dal gioco del dipingere – e secondo il direttore artistico non c’è nulla di più sacro del gioco, cui dà un’accezione straordinaria – si ritrova la Costituzione, si fa un’analisi che partendo invece dall’elenco degli articoli – oggi ritenuto noioso – probabilmente non faremmo”.

Ricorda qualche episodio significativo che ha visto protagonisti i cittadini nel corso della realizzazione dei manifesti per creare e dar spazio a fantasia e impegno civico?

"Il regista ricorda che persone anziane di ottanta anni che dipingevano a fianco ad alcuni ragazzi che non conoscevano, a un certo momento di fronte a dubbi di questi giovani hanno raccontato loro come hanno vissuto l’arrivo della Costituzione dopo la Seconda Guerra Mondiale e la festa che è stata fatta a livello popolare per avere finalmente una legge unica che in qualche modo dettava un cammino da seguire. I giovani sono rimasti colpiti perché un ragazzo oggi dà per scontato che ci siano delle libertà, un’assistenza sanitaria, l’uguaglianza tra gli uomini e le donne almeno a livello teorico; quando invece si sono sentiti raccontare la festa fatta nel momento in cui questo è stato sancito ne hanno riscoperto l’importanza senza darlo per scontato e apprezzandolo”.

Per questi motivi Claudio Ascoli sottolinea che l’iniziativa sarà riproposta i primi di giugno e la compagnia lancerà per l’Estate fiorentina un ‘Progetto don Milani’, “in cui per un mese avremo teatro, musica, cinema, incontri, libri, racconti di testimoni del lavoro e dell’opera di don Milani perché a noi sembra importante riflettere – senza farne un mito o un santino, secondo la volontà dello stesso priore – su quest’esperienza che in Toscana ha avuto le sue radici più importanti nel territorio fiorentino - e per fiorentino intendo anche Barbiana, San Donato a Calenzano, Montespertoli – oltre Firenze ovviamente”.

Ascoli tiene molto infine a sottolineare che don Milani diceva che non esiste una democrazia se meno del novanta per cento dei cittadini va a votare.

Il direttore artistico ricorda che “tutti i manifesti sono in numeri unici e che sono tutti originali affissi per la strada” e commenta: “In un mondo in cui la pubblicità è manifesti di massa, ci vuole con messaggi violenti, nel momento in cui c’è una guerra e siamo di fronte a situazioni veramente complesse, questi manifesti in numeri unici danno il senso della libertà, del mettere insieme le differenze che sono ricchezza e vedi visivamente che c’è una ricchezza di espressione. Tra l’altro, avendoli affissi sui grandi tabelloni con il Comune di Firenze, alcuni di questi sono anche in luoghi molto periferici, in cui stanno insieme alle pubblicità della Coca Cola e dei supermercati e noi proprio per questo motivo riproponiamo di nuovo l’operazione, rilanciandola, partendo simbolicamente dal giorno della Festa della Repubblica”.

E conclude: “Partiamo il 2 Giugno perché è chiaro che senza la Costituzione non ci sarebbe la Repubblica, partiamo da questa giornata da vivere tutti insieme. Ai cittadini saranno dati carta, pennelli e colori e la Costituzione: tutta la cittadinanza è invitata a partecipare all’iniziativa: “Vogliamo la tua fantasia e la tua voglia di prendere parte”, dice Ascoli.

Vuole ricordare altre iniziative in cantiere della vostra storica compagnia teatrale?

“Nel progetto ‘I care’ produciamo uno spettacolo che si chiama ‘I care. Lettera a una professoressa’ e abbiamo due degli allievi di don Milani con i quali abbiamo lavorato”.

L’idea?

“Lettera a una professoressa nasce come libro di scrittura collettiva degli allievi della Scuola di don Milani, sotto la regia dello stesso. E noi allora abbiamo ideato uno spettacolo di scrittura teatrale collettiva in cui con gli spettatori costruiamo gli oggetti per ‘imparar facendo’, come diceva don Milani, (panche, un tavolo, costruire la Scuola di Barbiana), e su questa arriva poi una valigia al cui interno ci sono frammenti di parole, opere, disegni, oggetti della vita del priore, che noi scegliamo con gli spettatori e decidiamo insieme quali tenere – perché secondo noi ancora attuali – e quali togliere”.

E’ una scelta – racconta Claudio Ascoli – come fu fatta a Barbiana con la scrittura collettiva “in cui i ragazzi portavano a don Lorenzo delle osservazioni – e poi si discuteva insieme” per scegliere quali dovessero essere messe nel libro e quali lasciate fuori. “Ecco, noi facciamo lo stesso con gli spettatori: costruiamo lo spettacolo con loro”.

Il 28 maggio, giorno seguente al centenario dalla nascita di don Lorenzo Milani, verrà presentato a San Salvi con la partecipazione di Federico Ruozzi, studioso del priore, e di Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, allievo di don Milani, un libro e alcune riflessioni. La sera poi, alle 21.30 andrà in scena ‘I Care. Lettera a una professoressa.’ Spettacolo teatrale di ‘Chille de la balanza’ a Ingresso 1 €. Prenotazione vivamente consigliata.

“Tutto il progetto – ricorda Ascoli – lo stiamo realizzando mettendo insieme tutte le realtà milaniane perché il priore teneva tanto a dire ‘state uniti’ e a non far disperdere tutto il lavoro dopo la sua morte. Abbiamo contattato la Fondazione Don Milani, l’Istituzione Don Milani, l’Associazione Don Milani, i Comuni di Firenze, Vicchio, Montespertoli, Calenzano, l’Associazione di San Donato a Calenzano perché secondo noi è doveroso nei confronti di don Lorenzo: festeggiare il centenario stando insieme, in quanto appunto ‘sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia’, prescindendo da un giudizio”.

Ecco dunque gli appuntamenti da ricordare.

San Salvi - San Salvi città aperta via di San Salvi, 12 padiglione 16. Domenica 28 maggio alle ore 18. Federico Ruozzi e Sandra Gesualdi: confronto sul tema "Da San Donato a Calenzano a Barbiana. Il cammino di don Lorenzo Milani". Apertura progetto I Care. Don Milani 100. Venerdì 2 giugno - Festa della Repubblica Alle 18 Incontro con Eraldo Affinati – Ludovico Arte, “Il sogno di un’altra scuola” e...partenza progetto ”Don Milani e la Costituzione - I cittadini dipingono manifesti da articoli della Costituzione…nel segno di don Milani". Il progetto prosegue anche sabato 3 e domenica 4 giugno dalle 15.00- 21.00. Informazioni e prenotazioni: tel/whatsapp 335 6270739. Email [email protected]