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'Hal', l’esoscheletro più avanzato al mondo arriva a Firenze

È in grado di interpretare gli impulsi nervosi di chi lo indossa e il 5 ottobre sarà presentato al Don Gnocchi nell’evento a ingresso libero.

L'esoscheletro Hal

Firenze, 2 ottobre 2019 - La nuova frontiera della biorobotica riguardo agli esoscheletri, pensati per restituire il cammino a persone con lesione del midollo spinale, è quella addirittura di riuscire a interpretare le intenzioni di movimento della persona che lo indossa. Ed è proprio questo tra gli aspetti più peculiari di “Hal”, l’esoscheletro di produzione giapponese che il 5 ottobre sarà presentato alla Fondazione Don Gnocchi dal suo stesso ideatore, il professor Yoshiyuki Sankai, docente dell'università di Tsukuba e direttore e amministratore delegato di Cyberdyne, lo spin-off che ha portato alla realizzazione di ‘Hal’.

 

Alle applicazioni mediche presenti e future di questi robot indossabili, che restituiscono già oggi a persone in carrozzina la posizione verticale e la possibilità di compiere passi, è infatti dedicato The Italian Forum on Medical HAL 2019 , organizzato dalla Fondazione Don Gnocchi presso l’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Don Carlo Gnocchi”, via di Scandicci 269, il 5 ottobre alle ore 15, a ingresso libero. E di questo importante ed atteso evento, l’esoscheletro Hal, considerato il più avanzato al mondo, ne sarà il protagonista.

 

La ricerca, applicata al settore della riabilitazione, punta sempre più decisa all’obiettivo di restituire il cammino a persone con lesione del midollo spinale. Per raggiungerlo serviranno probabilmente ancora molti anni, ma in tempi recenti sono andati delineandosi tre linee di ricerca che mostrano concretezza e ragionevoli prospettive di progresso. Accanto a sperimentazioni farmacologiche per tentare la rigenerazione del tessuto nervoso danneggiato dalla lesione midollare, è sul fronte delle tecnologie che gruppi di ricerca sparsi soprattutto in Europa, Giappone, Stati Uniti e Israele stanno lavorando. Da una parte, tecniche di elettrostimolazione tese a riattivare i circuiti neurali che sono alla base del movimento. Dall’altra la robotica, con particolare attenzione agli esoscheletri.

 

Questo evento non vuole essere solo un momento di confronto scientifico – precisa Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi –. È una tappa precisa nel progetto della Fondazione di creare a Firenze e negli altri centri di riabilitazione che abbiamo attivi in Italia, un cluster avanzato per la sperimentazione di Hal e degli altri modelli di esoscheletri oggi disponibili”.La collaborazione con lo spin-off giapponese e l’introduzione di Hal nei programmi di sperimentazione clinica della Fondazione Don Gnocchi è il passo più recente di un cammino iniziato già da alcuni anni e che vede la Fondazione impegnata nella sperimentazione multicentrica di esoscheletri di produzione italiana, realizzati dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “I 4.000 posti letto di riabilitazione che abbiamo attivi in Italia – prosegue Maria Chiara Carrozza – ci permettono di fare ricerca anche nel settore della biorobotica come è giusto attendersi da un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Intendo ricerca fortemente orientata ai bisogni clinici del paziente”.

 

Tra gli aspetti più peculiari di “Hal”, che potranno essere analizzati nel corso dell’evento, c’è la capacità dell’esoscheletro giapponese d’interpretare le intenzioni di movimento della persona che lo indossa. La trasformazione di questi robot indossabili, da “impalcature” che muovono la persona a tecnologie che si muovono insieme alla persona, è infatti l’ultima frontiera di un lungo cammino di ricerca e sviluppo che ha mosso i primi passi negli anni sessanta del secolo scorso. “La qualità dei percorsi di riabilitazione che possiamo garantire ai nostri pazienti – ha dichiarato Francesco Converti, direttore generale della Fondazione Don Gnocchi – dipende strettamente dal nostro impegno nel settore della ricerca. Con eventi come quello in programma a Firenze, puntiamo a rafforzare le collaborazioni internazionali della Fondazione”.

 

Maurizio Costanzo