Grilli commestibili, la Toscana dice no. Ma qualcuno è curioso di provarli

Ecco quanto emerge da una analisi Coldiretti Toscana - Ixe' in riferimento all'autorizzazione concessa dall'Unione Europa all'immissione sul mercato del grillo domestico, in polvere parzialmente sgrassata, come nuovo alimento

Un grillo Orthoptera cotto (Ansa)

Un grillo Orthoptera cotto (Ansa)

Firenze, 11 gennaio 2023 - Grilli a tavola? Neanche per idea. I toscani, almeno in fatto di cibo, preferiscono rimanere ancorati alla tradizione. Chi di voi mangerebbe pane, pasta e cracker fatti con 'farina' di grillo domestico? Dopo la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria, l'Acheta domesticus, questo il nome del grillo domestico, è pronto a fare il suo debutto nella cucina delle famiglie di tutta Europa anche se, nel nostro paese, ed in Toscana in particolare, non troverà le porte spalancate. Il 54% dei toscani non li mangerà. Ma se più di un toscano su due si dice contrario, c'è comunque un 16% che è invece disposto ad ingurgitare la curiosa novità. C'è poi un 24% totalmente indifferente. Come dire: basta mettere qualcosa in pancia. 

Ecco quanto emerge da una analisi Coldiretti Toscana - Ixe' in riferimento all'autorizzazione concessa dall'Unione Europa all'immissione sul mercato del grillo domestico, in polvere parzialmente sgrassata, come nuovo alimento. La commercializzazione di insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall'entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui ''novel food’’, che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.

L'ultima richiesta, sottolinea Coldiretti Toscana, è stata fatta dalla società vietnamita Cricket One Co. Ltd riguardo all'uso della polvere parzialmente sgrassata ottenuta da Acheta domesticus (grillo domestico) intero nel pane e nei panini multicereali, nei cracker e nei grissini, nelle barrette ai cereali, nelle pre-miscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure, nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre e nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande tipo birra, nei prodotti a base di cioccolato, nella frutta a guscio e nei semi oleosi, negli snack diversi dalle patatine e nei preparati a base di carne. Al momento la Ue, ricorda Coldiretti Toscana, ha già autorizzato per la vendita, come cibo da portare in tavola oltre ai grilli domestici (Acheta domesticus), la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria. 

“Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati - sostiene Coldiretti Toscana -. A questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Al di là della normale contrarietà dei cittadini italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l'arrivo sulle tavole degli insetti solleva degli interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità. Non dimentichiamo che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.