Gkn, trenta giorni per il futuro. Al mercato piace lo stabilimento

Nuova convocazione: il governo chiama nuovamente azienda (e sindacati) al tavolo. Primo obiettivo è la Cig

Una manifestazione dei lavoratori della Bekaert

Una manifestazione dei lavoratori della Bekaert

Firenze, 26 agosto 2021 - In una situazione di stallo in cui continua un difficile confronto, sotto traccia, con l’azienda, arriva una nuova convocazione per il caso nazionale della Gkn di Campi Bisenzio (422 lavoratori licenziati, stabilimento chiuso nonostante macchinari nuovi e commesse). La nuova chiamata arriva dal ministero del Lavoro, d’intesa con Regione Toscana e dell’Agenzia regionale per l’impiego, per martedì 31 agosto. Tema dell’ incontro in videoconferenza è "l’avvio della fase amministrativa relativa alla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Gkn Driveline Firenze Spa". La convocazione è indirizzata ad azienda, Fim, Fiom e Uilm, Federmanager e Mise, oltre appunto che a Regione Toscana e Arti.

Nella forma e nella sostanza bisogna cercare di incidere nell’ambito di una raggio di tempo già scandito, i 75 giorni dall’avvio della procedura. Al 24 agosto 45 giorni sono già passati dall’invio della lettera dell’azienda ai lavoratori, ne restano 30 per trovare una possibile via d’uscita meno pesante possibile. L’ultima proposta istituzionale all’azienda (in prima fila ci sono il governo con la viceministra Alessandra Todde e la Regione Toscana con il presidente Eugenio Giani e il consigliere delegato alle crisi aziendali Valerio Fabiani) è stata quanto meno l’avvio della cassa integrazione Covid per 13 settimane, una boccata d’ossigeno, per poi trovare un sentiero meno doloroso su cui incanalare l’addio allo stabilimento dei componenti per auto di Campi Bisenzio (Gkn Italia di proprietà del fondo britannico Melrose industries). Gli obiettivi sono due: dare sicurezze ai lavoratori (copertura economica, non vedono un soldo da 45 giorni) e cercare un eventuale futuro anche per lo stabilimento. In tal senso, informalmente, qualche contatto ci sarebbe stato: insomma la fabbrica alle porte di Firenze interessa al mercato con il suo know how e i suoi macchinari (alcuni ancora imballati).

In questi trenta giorni cosa può accadere? Due le strade. La peggiore: l’azienda non tratta, si va avanti con i licenziamenti, per i lavoratori scatta l’assegno di disoccupazione, ma Gkn sarà costretta a versare anche un ticket all’Inps di novemila euro per lavoratore. Oppure si va incontro a un accordo. Che tipo di accordo? Diverse le opzioni con l’attivazione immediata della cassa integrazione. Sullo sfondo c’è il nuovo decreto anti delocalizzazione di Orlando-Todde. Valerio Fabiani: "Per difendere lavoro e produzione è necessario utilizzare la leva pubblica per sostenere l’innovazione sia di processo che di prodotto e per evitare che tale innovazione non si traduca nell’immediato in un calo occupazionale. Ma occorre anche difendere il nostro tessuto dalle speculazioni e in questo senso il decreto è un’ottima notizia".