FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

"Macché sfruttamento, solo un incidente Pallino si è impaurito e non l’ho fermato"

Parla il fiaccheraio dello scontro con l’auto della scorta del ministro Lamorgese parcheggiata sotto la loggia dei Lanzi "Si è sfilato i finimenti ed è partito, io sono rimasto sotto la carrozza e mi son fatto male. Ma sui social ho letto solo odio"

Fantini

FIRENZE, 16 giugno 2021 -  Bucefalo, prima che Alessandro Magno lo domasse fino a renderlo un indomito cavallo da battaglia, av eva paura della sua ombra. La stessa paura di Pallino, che lunedì è partito a rotta di collo dopo essersi liberato in maniera fortuita dei finimenti e aver visto ‘il mondo’. L’incidente, il cavallo che entra nella loggia dei Lanzi, la carrozza che si schianta sulle auto della scorta del ministro Lamorgese, ha fatto il giro del mondo. Ma il giorno dopo le preoccupazioni sono tutte del suo padrone, Paolo Panconi. "Intanto Pallino sta bene – racconta il fiaccheraio – un veterinario lo ha visitato e ha stilato un certificato. Tutto a posto per fortuna. Io un po’ meno".  

Come mai? "Sono finito sotto alla carrozza, ho una caviglia gonfissima e mi muovo con difficoltà. Ma non è questo. E’ il dispiacere per quanto è successo, il dispiacere per tutte quelle offese allucinanti che sto leggendo sui social. Io faccio questo lavoro da 22 anni, e non ho mai maltrattato i miei cavalli coi quali ho un legame fortissimo. Ho solo commesso una leggerezza. E’ un errore mio: Pallino è nuovo, proprio perché si sta abituando al servizio lo faccio girare poco. Ieri ho tenuto i finimenti del capo più lenti del previsto. E’ riuscito a sfilarseli. Succede spesso. Solo che lui non era ancora totalmente abituato e senza i paraocchi si è innervosito. In carrozza eravamo in due, si vede chiaramente anche dal video che abbiamo fatto di tutto per fermarlo. Ma non c’è stato verso. Io sono pure finito sotto alla carrozza. Purtroppo è finita così. Ma mi faccia dire anche un’altra cosa". Prego. "Prima di Pallino c’era il mio storico cavallo Otello (17 anni). Col fermo dovuto alla Pandemia l’ho regalato a un amico, e ora pascola felice in Mugello, dove passerà i suoi ultimi giorni. Ho preferito così perché noi fiaccherai coi cavalli abbiamo un rapporto d’affetto, altro che sfruttamento". Sono 12 i fiaccherai di Firenze tutti con licenza rilasciata dal Comune. Una presenza storica, quasi iconografica per quanto riguarda il centro della città. Hanno le stalle alle Cascine, e tutti i giorni si spostano verso il centro dove stazionano tra piazza Duomo e piazza della Signoria.

«Ognuno di noi può raccontare i legami con i propri animali – raccontano Claudio e Andrea, che stazionano sotto alla statua del Biancone – e ognuno di noi ha minimo due cavalli che si alternano nel giro. E’ un modo per non stressare gli animali". Molti dei cavalli che con i fiaccherai trovano una seconda vita nelle strade di Firenze vengono dagli ippodromi. E il loro destino prevalente è quello di diventare salsicce e braciole, oppure di finire i loro giorni nelle corse clandestine. "Ne abbiamo lette di tutte in queste ore – raccontano i fiaccherai – tante offese ai limiti della violenza, rivolte dalle persone. Però noi ci teniamo a ribadirlo: noi i cavalli non li maltrattiamo. Quello che è successo è stato un incidente, solo un incidente. Non ha niente a che vedere con altro se non con la sfortuna". Certo ha fatto una certa impressione vedere quel cavallo partire a tutta velocità in una piazza dove fortunatamente in quel momento non c’erano tante persone. Diversamente sarebbe potut a finire molto peggio. "Non ci ho dormito la notte – ribadisce Paolo Panconi – perché se avessi stretto meglio quei finimenti saremmo qui a parlare di altro".