
Federico Faggin al centro con Alfonso e Antonio De Virgiliis
Firenze, 19 giugno 2019 - Federico Faggin è lo Steve Jobs italiano, un idolo, un eroe per tutti gli scienziati e appassionati di tecnologia. Una serata evento nel segno della scienza quella che ha portato lo scienziato che ha inventato tra le altre cose il touch screen, il microprocessore e altre tecnologie che oggi sono sui nostri computer, all’auditorium del Centro Rogers di Scandicci dove ha presentato il suo libro autobiografico ‘Silicio'. Dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza’ edito da Mondadori. La serata evento, organizzata dalla Fondazione Premio Galileo 2000 di Alfonso e Antonio De Virgiliis, con Marco Giorgetti, direttore generale della Fondazione Teatro della Toscana, si è tenuta in un auditorium gremito di circa trecento persone.
Il dibattito che ha toccato vari temi, dalla scienza alla religione, dalla tecnologia alla filosofia, ha visto tra i relatori il rettore Luigi Dei, lo storico padre Luigi Pellegrini, il neurobiologo Stefano Mancuso, con la giornalista Annamaria Barbato Ricci. «Federico Faggin è una grande personalità riconosciuta a livello mondiale – ha detto Antonio De Virgiliis, presidente della Fondazione Premio Galileo 2000 – ed è considerato tra le prime dieci persone che hanno cambiato il mondo. Noi lo abbiamo insignito del Premio Galileo 2000 nel 2013. Per quanto riguarda il futuro della Fondazione, l’obiettivo è quello di investire molto sui giovani, vogliamo tornare a porre attenzione alle nuove generazioni, in una sorta di ritorno alle origini, alla prima edizione del riconoscimento, che nasceva come premio per la musica e vedeva i grandi maestri guidare le eccellenze delle giovani promesse».
«Il Premio Galileo 2000 vorrebbe diventare un piccolo Nobel italiano - ha detto Alfonso De Virgiliis -. Faggin è un genio che ha inventato il presente e che adesso vola verso l’infinito dello spirito ponendo le basi per un nuovo umanesimo, quello del terzo Millennio». La serata evento doveva tenersi alla Pergola, ma poi per rispetto al lutto cittadino per il mestro Franco Zeffirelli, gli organizzatori hanno deciso di spostarla fuori dal Comune di Firenze. Nato a Vicenza e poi trasferitosi nella Silicon Valley, con le sue invenzioni, dal microprocessore al touchscreen, ha contribuito a plasmare il presente che tutti conosciamo. In questa autobiografia racconta le sue quattro vite, dall'infanzia ai primi lavori, dalla controversia con Intel per l'attribuzione della paternità del microprocessore, fino al suo appassionato impegno nello studio scientifico della consapevolezza.
"Scrivere la mia autobiografia mi ha fatto rivivere le esperienze più significative della mia vita e riflettere sulle molte persone che hanno avuto un impatto importante nel mio percorso. Mi sono così reso conto che ho imparato non solo da coloro che mi hanno voluto bene, ma anche dalle persone che mi hanno osteggiato" spiega Faggin. Quattro vite densissime, di successi e battute d'arresto, di scoperte e cambiamenti, di amici e nemici, che Faggin ripercorre passo dopo passo e arricchisce di aneddoti riguardanti la sua vita privata e di approfondimenti sulle tecnologie inventate. "Sono nato a una nuova vita ogni volta che, osservando il mondo da insospettati punti di vista, la mia mente si è allargata a nuove comprensioni. Sono nato a nuove vite quando ho smesso di razionalizzare, ho ascoltato la mia intuizione e mi sono aperto al mistero".
Maurizio Costanzo