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Macrì avvia la svolta di Estra, inizia la partita delle nomine

I nuovi vertici fra due mesi: l’attuale presidente e ad Piazzi si tira indietro. I rapporti con Siena e Prato nel gioco degli incarichi assegnati a metà maggio

Francesco Macrì

Arezzo, 2 marzo 2023 – Francesco Macrì, dopo l’assoluzione da ogni accusa al processo Coingas e l’arringa difensiva dei vertici di Fratelli d’Italia, ha già preparato i ricorsi al Consiglio di Stato contro la decadenza da presidente di Estra, sancita a novembre 2021 dall’Autorità nazionale anticorruzione.

Ma più che voler tornare in sella alla holding dell’energia, puntapiù realisticamente a ottenere i compensi da presidente persi dopo la decisione dell’Anac di 14 mesi fa. Perché, ormai, il consiglio d’amministrazione che governa Estra ha davanti a sé altri altri due mesi di mandato. I cinque membri del cda, con Alessandro Piazzi nella duplice veste di presidente e amministratore delegato (e l’aretino Giovanni Grazzini nel ruolo di consigliere), porteranno all’approvazione dell’assemblea dei soci (prima convocazione a fine aprile, metà maggio seconda), il bilancio 2022. E poi lasceranno il posto ai nuovi consiglieri. Nominati da Consiag Prato (2) e Coingas, Intesa e Ancona Servizi (uno a testa). Per quanto riguarda i bilanci, non sembra ci saranno sorprese. I prezzi del gas sull’ottovolante hanno generato un aumento record dei fatturati, ma anche i costi della materia prima sono saliti. Per questo i conti dovrebbero chiudersi con un utile minimo.

Sul fronte delle nomine, i Comuni soci delle province di Arezzo, Prato e Siena non avrebbero ancora aperto il dossier. Ma la partita della multiutility toscana, con Consiag che ha già ’girato’ alla nuova società la sua quota del 38% di Estra, rafforza l’ipotesi che Prato rivendichi un ruolo di maggior peso nel cda, presidente o ad. E di conseguenza Arezzo farà pesare quest’anno e mezzo passato ai margini per il caso Macrì. Alessandro Piazzi ha già annunciato che intende farsi da parte, dopo venti anni alla guida delle società energetiche. Lo statuto di Estra, però, obbliga a prendere decisioni condivise tra i tre soci forti. Siena e Arezzo hanno posizioni e strategie diverse da Prato sulla multiutility. La partita è appena iniziata.