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Studentesse morte in Erasmus, la Spagna riapre il processo all'autista della strage

La Corte d' Appello di Tarragona ha accolto l'ultimo ricorso delle famiglie delle vittime

Le ragazze Erasmus morte in Spagna (Ansa)

Firenze, 29 otobre 2019 - Ci sono voluti tre anni e tre opposizioni ad altrettanti tentativi di archiviazione. Il colpo di scena è arrivato ieri: contro ogni aspettativa, la Corte d' Appello di Tarragona ha accolto l'ultimo ricorso delle famiglie delle vittime, e ha deciso che si celebrerà un processo per stabilire di chi siano le responsabilità per la strage di Freginals, l'incidente stradale in cui persero la vita tredici studentesse, tra cui sette ragazze italiane in Erasmus.

LE VITTIME ITALIANE - Fra le vittime italiane ci sono tre ragazze toscaneValentina Gallo, 22 anni, fiorentina, Lucrezia Borghi di Greve in Chianti (Firenze), e Elena Maestrini, 21 anni, di Gavorrano (Grosseto), deceduta in ospedale in un secondo momento. Morta sul colpo invece la piemontese Serena Saracino, 22 anni, studentessa dell'Università di Torino. Dalla Liguria proveniva Francesca Bonello: genovese di 24 anni iscritta al quarto anno della facoltà di Medicina. Sempre dalla facoltà di Medicina, ma da Roma, arrivava Elisa Scarascia Mugnozza. Originaria di Gemona (Udine), invece, era Elisa Valent.

I fatti risalgono al 20 marzo del 2016. «Si tratta di una decisione che accogliamo con soddisfazione finalmente potremo avere un processo e chiedere giustizia», hanno commentato le famiglie, attraverso il legale Maria Cleme Bartesaghi. Per i giudici deve essere un processo a stabilire cosa è accaduto quella notte. L'imputato, accusato di omicidio colposo, è l'autista del bus, Santiago Rodriguez Jimenez, 62 anni. 

In un primo momento l'autista aveva ammesso di essersi addormentato. Una circostanza confermata, in un secondo tempo, anche dalle consulenze di parte sulla scatola nera, che mostravano vistosi cambi di velocità, come se il guidatore avesse avuto vari colpi di sonno prima dello schianto. Non solo. Gli investigatori catalani, avevano escluso che il pullman avesse guasti strutturali. Il conducente, tuttavia, aveva ritrattato quella prima versione, durante un interrogatorio. E a complicare ulteriormente il quadro si era aggiunta una perizia, che le famiglie hanno atteso per sette mesi, sul sistema frenante del mezzo. Dopo questa lunga attesa il perito della Procura di Amposta aveva concluso che era impossibile stabilire se i freni funzionavano o no. E la Procura aveva chiesto una nuova archiviazione.