Rossi indagato per la gara tpl. La sua replica: "Accuse infamanti e ridicole"

Di prima mattina le parole del governatore via Facebook

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Firenze, 17 giugno 2020 - "Accuse infamanti e ridicole. A volte ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si sono fatte cose importanti per i cittadini". Non tarda ad arrivare di prima mattina via Facebook la replica del presidente della Toscana Enrico Rossi, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla gara di assegnazione del servizio pubblico locale, andata poi ad Autolinee Toscane.

"Mi era già accaduto per la realizzazione dei quattro nuovi e moderni ospedali di Massa, Lucca Pistoia e Prato - scrive Rossi - che hanno contribuito in modo detetrfmibante a gestire bene in Toscana la lotta contro il coronavirus. Ora è capitato nuovamente a causa di un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma".

Rossi non ci sta e continua: "Questa associazione di imprese non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilià. Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni".