Scuola in Toscana, oltre l’80 per cento degli insegnanti è donna

Ce lo dice l’indagine fatta da Tuttoscuola. Sono in tutto 48.508 le insegnanti in cattedra negli istituti toscani, contro 11.221 uomini

Una maestra al lavoro

Una maestra al lavoro

Firenze, 8 marzo 2024 - La scuola? Se si parla di insegnanti, possiamo dire che è perlopiù al femminile. In base ad una ricerca di Tuttoscuola, nell’anno scolastico 2022-2023, in Toscana, l’81,2% degli insegnanti, tra quelli di ruolo ed a supplenza, è donna. Ma scendiamo più nel dettaglio. Sono in tutto 48.508 le insegnanti in cattedra negli istituti toscani, contro 11.221 uomini. Se guardiamo ai docenti di ruolo, le donne sono 34.938, mentre gli uomini si fermano a 7.222. Insomma, quasi l’83% degli insegnanti a tempo indeterminato appartiene al sesso femminile. Anche tra i supplenti troviamo una preponderanza delle donne, che sono il 77,2%.

Quando si parla di insegnanti ,sarebbe bene utilizzare quasi solo il femminile.

Se guardiamo i dati nazionali riferiti allo scorso anno scolastico, vediamo che a fare lezione nelle scuole statali sono state 768.667 docenti donne, pari all’81,5% dei 943.681 docenti, di cui il 75% di ruolo e il restante 25% supplente con contratto annuale o fino al 30 giugno. Addirittura, nello stesso anno scolastico, nella scuola dell’infanzia è donna il 99% delle maestre di ruolo, nella primaria il 96%.

La presenza femminile in cattedra è più accentuata tra le docenti con contratto a tempo indeterminato: 586.673 insegnanti donne su 709.105, pari all’82,7%.

Si tratta, invece, di una presenza lievemente inferiore tra il personale supplente annuale o fino al 30 giugno: 181.994 insegnanti donne su 234.576, pari al 77,6%. Se pur consistente, la minor presenza femminile tra i supplenti (cinque punti percentuale in meno rispetto alle docenti di ruolo), lascia prevedere per il prossimo futuro un graduale abbassamento della presenza femminile in cattedra, considerate le recenti misure di reclutamento, organizzate con modalità straordinarie finalizzate a favorire in particolare l’assunzione di precari, dove la percentuale maschile del 22,4% farebbe crescere l’attuale presenza maschile (17,3%) tra i docenti di ruolo.

La massiccia presenza femminile tra gli insegnanti – una caratteristica comune alla maggioranza dei Paesi europei, notano dalla rivista specializzata, – oltre a rappresentare, soprattutto nella secondaria, uno squilibrio di genere nei rapporti interpersonali tra insegnante e studente, condiziona anche la specificità di taluni profili del rapporto di lavoro, dove assumono particolare rilevanza, rispetto ad altri settori pubblici, i congedi parentali, i permessi, la mobilità.