Disabili costretti a scendere dal treno prenotato, è toscana la loro associazione

Il gruppo di "Turisti per Kaos" fa parte dell'associazione Haccade, che ha sede a Sassa, frazione di Montecatini Val di Cecina

La stazione di Genova Principe (Foto di repertorio)

La stazione di Genova Principe (Foto di repertorio)

Montecatini Val di Cecina (Pisa), 19 aprile 2022 - Una grande indignazione. Un caso che viene rilanciato dall'opinione pubblica e che crea grande polemica. E' la vicenda dei 27 ragazzi disabili costretti a scendere dalla carrozza di un treno pur prenotata. La carrozza era già occupata da altri passeggeri che non si sono voluti alzare.

Da Genova il gruppo di ragazzi doveva tornare con gli accompagnatori a Milano, dopo una pausa pasquale trascorsa in Liguria fra tante attività. Arrivati in stazione il loro vagone era pieno, nonostante i loro posti fossero prenotati. Nessuno si è alzato e il gruppo è tornato a casa in pullman.

L'associazione che supporta i ragazzi e permette loro di trascorrere le vacanxe è Haccade, di cui una delle responsabili è Giulia Boniardi. Lei ha lasciato Milano e un lavoro a tempo indeterminato per dare impulso al progetto di Haccade, che accoglie i ragazzi a Sassa, frazione di Montecatini Val di Cecina, in un contesto naturalistico di grande pregio. Il gruppo è quello dei "Turisti per Kaos", così si chiamano i ragazzi che hanno vissuto i disagi a Genova. 

«Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà». Così, in una nota, l'associazione.

«Il treno - prosegue la nota - è arrivato al binario colmo di passeggeri ammassati in piedi sia nei vagoni che nei passaggi tra una carrozza e l'altra, pertanto il personale ferroviario e l'assistenza ci hanno invitato ad aspettare per capire come poter risolvere la situazione. Sul binario è intervenuta la Polfer, ma non è stato possibile salire sul treno, poiché il treno viaggiava con almeno una carrozza in meno. Come associazione ci teniamo a sottolineare che questo spazio doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi».

Una volta arrivati a Milano, «l'autobus si è fermato in piazza Duca D'Aosta in una fermata dei bus Atm. Alla discesa non era presente nessuno: personale di assistenza o simili. La responsabile dell' associazione coordinava telefonicamente gli interventi, parlando con riferimenti di Polfer e Trenitalia: a essi aveva spiegato la situazione e annunciato l'arrivo (avremmo dovuto avere assistenza anche a Milano Centrale, come da prenotazione). Oltre a ciò, era impossibile recuperare le valigie in sicurezza, in quanto il portellone dei bagagli era affacciato alla strada e non al marciapiede».

«Dopo un lasso di tempo in cui nessuno ha fornito assistenza al gruppo, né si è presentato sul luogo, le famiglie - conclude l'associazione - hanno provveduto a recuperare i bagagli in autonomia».